
Questo è quello che merita la terza collaborazione tra Jean-Claude e Ringo, perché
In Hell è un signor film. Una pellicola cupa, crepuscolare e matura del nostro amato menator, dove invece di avere il solito Van Damme eroico e sbruffoncello visto in parecchi suoi film, abbiamo principalmente l'uomo. Un uomo che si ritrova oppresso dalle circostanze e che attua un percorso di discesa e ascesa dall'inferno. L'inferno in questione è sia tangibile, sotto le vesti della tipica prigione Russia abitata ceffi pompati e guardie corrotte, che metaforica, all'interno cioè di se stessi e della brutalità umana.Un film di botte anomalo, un botte movie dove il nostro eroe nel suo percorso attua la non violenza come lotta estrema, un film di sberle in cui i combattimenti sono privi di quell'estetica e quella spettacolarità atletica caratteristica del genere (cioè niente calci volanti, spaccate random o tecnica della gru). I gladiatori si attaccano con colpi di brutalità, non con la tecnica marziale, fino ad attendere il volere del Re(=direttore della prigione). Tutto è senza fronzoli, solo cazzotti, morsi, polvere, sangue e sudore. Pur essendoci ridicole scene oniriche, flashback romantici che fanno accapponare la pelle o Jean-Claude con barba e taglio grunge, con In Hell non vi è possibilità di ironia.
All'Inferno non c'è niente da ridere! Imdb