In Iran vestirsi da donna è una punizione. La protesta di femministe e uomini per l’uguaglianza.

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Lo scorso 15 aprile, la polizia di Marivan ( Iran ) ha costretto un detenuto ad una punizione inedita. L’uomo, in manette e su un mezzo della polizia, è stato fatto sfilare per le strade della città vestito da donna, con gli abiti tradizionali femminili del Kurdistan.

La punizione, invece che essere vissuta come svilente dell’uomo e portare la popolazione al dileggio, ha scatenato una forma di resistenza molto partecipata. Un’organizzazione femminista locale ( sì, le femministe esistono anche in Iran ) chiamata “Marivan Women’s Community” ha organizzato una protesta a cui hanno preso parte centinaiat di uomini e donne, per denunciare questo tipo di punizione sancita da una corte locale, prima di tutto come offensiva per le donne del Kurdistan, ma soprattutto per dire che essere una donna non è una condizione umiliante e non dovrebbe essere considerata una punizione.

Anche in rete, la popolazione si è mobilitata e in un solo giorno, la pagina del gruppo femminista che si oppone a questo tipo di punizioni ha raggiunto quasi i 4000 likes.

Nel frattempo, 17 membri del parlamento iraniano hanno firmato una lettera indirizzata al Ministro della Giustizia condannando la sentenza come “umiliante per le donne musulmane”.
In molti hanno preso parola sull’accaduto. France 24 riporta ad esempio le parole di Hiwa, che ha preso parte alle mobilitazioni contro la sentenza e che racconta

” Tra quelli che hanno protestato c’erano circa una dozzian di donne che indossavano vestiti rossi, simili a quello che il detenuto è stato obbligato ad indossare. Erano donne della “Marivan Women’s Community”  che è molto attiva nella nostra regione.
Combattono per i diritti delle donne, per esempio protestando contro il delitto d’onore. [...] Noi protestiamo spesso per i nostri diritti. Credo che questo avvenga grazie alla presenza della Marivan University, i cui studenti sono abbastanza attivi. [...] Per quanto posso ricordare, questa è la prima volta che un uomo iraniano è condannato a indossare abiti femminili. Credo che il fatto che sia avvenuto a Marivan non sia una coincidenza, ma più un tentativo di intimorire una popolazione che lotta.”

La protesta è continuata anche su internet, dove è stata lanciata una campagna  in solidarietà con la manifestazione femminista: sulla pagina facebook delle donne di “Marivan Women’s Community” e poi sul gruppo “Kurd Men for Equality” gli uomini sono stati invitati a scattarsi e inviare foto vestiti da donna. Così uomini da tutto il mondo hanno inviato le loro foto “drag” ribadendo che non c’è alcuna umiliazione nell’essere vestito da donna.

Una coppia iraniana si scatta una foto “queer” scambiandosi i vestiti

Un padre iraniano posa con la figlia

Alcuni di loro lasciano anche dei commenti sulla pagina facebook dell’iniziativa, ad esempio Ala M dice

Per molti anni le donne nel mio Paese hanno combattutto fianco a fianco agli uomini, indossando anche abiti “da uomo”, lottando. Questa sera sono onorato di indossare abiti da donna e essere anche solo una piccolissima parte in questa giusta lotta della popolazione che esprime gratitudine alle donne del mio Paese

Oggi la campagna continua, la pagina ha raggiunto i 9000 likes e sono ben accette foto da tutto il mondo.
C’è qualche maschietto italiano che non si sente umiliato dal vestirsi da donna e vuole partecipare?
In caso, basta scattarsi una foto con il vostro abito femminile preferito e mandarla a questa pagina fb, dove trovate centinaia di foto che vi faranno da ispirazione.

Iggy Pop parteciperebbe.

“Non mi vergogno a vestirmi “come una donna” perchè non penso sia vergognoso essere una donna”


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