- bambini a Bassora
Che avete capito? In quale mondo di frutta candita vivete? Stiamo parlando delle armi giocattolo e anche la messa la bando di queste è una pia illusione di alcune persone illuminate.
In Iraq i bambini sono immersi in un clima di violenza, sia per quel che vedono in televisione, sia per ciò che accade intorno a loro, e inevitabilmente crescono in una cultura marziale. E la violenza assume un ruolo rilevante non solo nella vita reale, ma anche in quella di fantasia.
Il mercato dei giocattoli in questo paese è invaso da ogni tipo di armi e oggetti che hanno a che fare con la guerra: pistole, carri armati, pugnali, uniformi, silenziatori, attraverso i quali i bambini mettono in atto giochi che esprimono potere e violenza.
Il dottor Abdulrazak, consulente ministeriale iracheno per la salute mentale, ritiene, secondo quel che ha dichiarato al New York Times, che un’infanzia passata tra le armi, vere o finte, porrà verosimilmente i bambini nelle condizioni di fare qualunque uso del potere. A breve termine li renderà più ostili e più crudeli a casa e a scuola. A lungo termine lì incoraggerà a farsi coinvolgere in avventure con le armi: saranno più disponibili a farsi reclutare dalla polizia, dai criminali e dai terroristi. Le armi procureranno loro piacere piuttosto che stress.
Un ulteriore problema è rappresentato dalle lesioni che i bambini si procurano l’un l’altro giocando con le armi finte. In particolare, è molto diffusa una pistola ad aria compressa molto economica che spara proiettili di plastica e che è stata la causa di centinaia, forse migliaia di danni agli occhi, spesso così gravi da richiedere l’intervento chirurgico.
Questa situazione ha indotto il Ministro della Salute a lanciare una campagna per bandire le armi giocattolo in Iraq, ma l’impressione degli osservatori è che non si riuscirà ad approdare a nulla.