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IN ITALIA [7]: Un vuoto da riempire

Creato il 08 marzo 2012 da Tnepd

Siamo al sesto capitolo della nostra breve storia della politica repubblicana. Il consiglio per chi non ne abbia ancora avuta occasione è quello di trombare il più possibile, il tempo stringe. Chi arrivasse qui dopo aver letto il testo fin dal primo capitolo ha tutta la mia comprensione ma farebbe bene a prendere esempio da chi non ha perso tempo ed in questo momento è già in circonvallazione.

 

IN ITALIA [7]: Un vuoto da riempire

A ciascuno il gesto che si merita

Negli anni ’80 il mondo cambiò più di quanto in genere si creda e con esso gli equilibri del potere. L’Unione Sovietica si decompose a vista d’occhio, il muro di Berlino venne giù alla prima picconata. La storiella degli ammericani buoni da una parte e dei comunisti cattivi dall’altra aveva fatto il suo tempo. Per rispolverare lo charme ammericano servivano nuovi nemici e nuove guerre, possibilmente calde. Il Medio Oriente petrolifero era già allora una colonia statunitense amministrata da agenti dei servizi. Il primo della lista degli spodestabili rispondeva al nome di Saddam. Saddamorì. Fu il primo di una lunga serie (ancora in corso) di colpi di Stato.

Il golpe in Italia ricevette due etichette, Tangentopoli o Mani Pulite, a seconda del lato delle sbarre da cui si osserva. Non ci perderemo nel racconto di ciò che accadde. Ci basti ricordare che la situazione raggiunse una criticità sufficiente a mettere in discussione la credibilità del sistema. Se il pueblo si fosse accorto nitidamente che la favola della destra e della sinistra era una balla, in quel momento sarebbe potuta forse scoppiare una piccola rivoluzione. Lo shock fu tale da far preludere a cambiamenti sostanziali.

C’era persino chi pareva convinto di poterla fare per davvero la rivoluzione. Tra questi si fece notare il Condor di Cassano Magnago che nei suoi comizi tentava di far combaciare l’asse politico con la realtà. “La destra e la sinistra non esistono!” urlava nelle orecchie a quello che oggi conosciamo come popolo padano. “Esistono il nord , il centro ed il sud!”. Almeno in questo aveva ragione. Per fare presa su gente che tra un gesto dell’ombrello (la versione padana del braccio teso o del pugno levato) e l’altro non riusciva a comprendere la sottigliezza delle sue analisi, il Condor utilizzò gli strumenti più variopinti e populisti, il fine giustificava i mezzi.

Mentre i magistrati facevano man bassa delle vecchie gerarchie dei partiti della prima repubblica con una facilità inconsueta, fervevano i preparativi per ciò che sarebbe avvenuto poi. Stati Uniti, mafie e Vaticano dovevano riscrivere la favola della destra e della sinistra per renderla credibile ad un pueblo elettorale che aveva cambiato volto. Urgevano aggiornamenti. Come al solito del progetto si occuparono degli stranieri, analisti anglosassoni e vaticani. Per non essere prese sottogamba nella nuova spartizione del potere, con una rapida ed efficace strategia fatta di stragi ed attentati le mafie ricordarono agli altri soci di non aver perso vigore, anzi di essersi evolute e – a loro volta – americanizzate. Il Papa (che, ricordiamolo, è il re del Vaticano) andò di persona in Sicilia per confermare tra le lacrime che aveva recepito il messaggio.

In Italia, le vicende giudiziarie milanesi avevano raccolto grande eco sui media ed il tema della corruzione era divenuto di primaria importanza nell’immaginario collettivo.Per restituire credibilità al teatro della politica italiana servivano nuovi sceneggiatori ed attori di prim’ordine.

IN ITALIA [7]: Un vuoto da riempire

IN ITALIA [7]: Un vuoto da riempire

Giunti a questo punto l’analisi si fa un pò più complicata. Per comprendere come si produsse la ‘discesa in campo’ di Prepuzio Mussoloni nel contesto di Mani Pulite, dobbiamo modificare il piano lineare sinistra-destra in un piano cartesiano a due dimensioni. Sull’asse orizzontale, la variabile politico-ideologica ‘comunisti vs anti-comunisti’ fu scalzata (o per meglio dire arricchita) da quella socio-economica che opponeva l’assistenzialismo del “più Stato e più tasse” a sinistra ed il liberismo del “meno Stato e meno tasse” a destra. Sull’asse verticale, si veda la figura 9, introduciamo una nuova variabile di posizionamento sul campo: la corruzione. Nelle figure che seguono, a seconda che le si interpretino dal punto di vista del pueblo o dei padroni, l’asse verticale assume due significati vettorialmente simili: per l’establishment (che la conosce e l’accetta) è un valore effettivo di “quantità di corruzione nel sistema”, per il pueblo (che la intravede e la sopporta) è un valore di “sensibilità alla corruzione percepita”.

IN ITALIA [7]: Un vuoto da riempire

Nella figura 9, la massa azzurra degli elettori orfani di rappresentanza si compone di un tronco e di un cappello. Più un elettore è posizionato in alto, più è sensibile al tema della legalità. Una collocazione bassa indica invece elevata accettazione della corruzione. Il tronco centrale descrive la massa di elettori delusi e disinteressati che si produsse nel corso di tangentopoli. Il cappello superiore raffigura la massa altrettanto copiosa dei cittadini moderatamente più informati ma soprattutto ipersensibilizzati al tema della legalità. L’elettorato italiano si presentava così dopo le scosse telluriche di Tangentopoli. Il pentapartito (il precedente contenitore per tutta quella gente) si era vaporizzato. Dalla prima repubblica era rimasta poca cosa: a sinistra un partito comunista in piena crisi d’identità che – invece che approfittare del vuoto di potere – cominciava a scindersi in correnti, a destra revanscisti fascistoidi malvisti dai più, nel mezzo un movimento populista settentrionale in rapida ascesa. Nonostante fossero ancora poca cosa, queste tre formazioni erano destinate ad assorbire parte della massa azzurra di elettori rimasti orfani di rappresentanza. In cabina di regia furono presi provvedimenti tempestivi. Tu cosa avresti fatto?


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