Ad avere bassa velocita’ in Italia non sono i dati che viaggiano su linee in fibra, ma proprio la creazione delle linee in fibra ottica. Una rete in fibra e’ condizione necessaria (ma non sufficiente) per incrementare l’efficienza e la qualita’ del servizio e ridurre i costi di manutenzione. Purtroppo sono anni che l’Italia da questo punto di vista (come su quasi tutto il resto) e’ ferma al palo, e i dati lo dimostrano.
Ieri e oggi a Milano c’e’ la conferenza 2011 del FTTH Council Europe. Ieri e’ stata presentata la FTTH Global Ranking del 2010 (potete scaricare il file PDF della presentazione), e indovinate come si posiziona l’Italia?
ITALIA VS RESTO DEL MONDO – Su 26 Paesi siamo al penultimo posto nel Mondo:
© FTTH Council Europe - FTTH Global ranking 2010
Su 18 Paesi siamo al penultimo posto anche in Europa:
© FTTH Council Europe - FTTH Europe ranking 2010
In entrambi i casi peggio di noi c’e’ solo la Turchia, che pero’ ha un tasso di crescita dell’1,26 percento, il settimo tra i Paesi esaminati:
© FTTH Council Europe - FTTH progression ranking 2010
Per comprendere meglio i grafici, occorre spiegare il significato di alcuni termini:
- Fibre-To-The-Home (FTTH) e’ la rete di telecomunicazioni nella quale la connessione finale con la casa, l’appartamento o l’ufficio dell’utente e’ in fibra ottica.
- Fibre-To-The-Building (FTTB) e’ la rete di telecomunicazioni nella quale la connessione finale con la casa, l’appartamento o l’ufficio dell’utente avviene con un sistema diverso dalla fibra ottica.
Trovate tutto spiegato nel dettaglio in questo file PDF.
I PROGETTI DEL GOVERNO – I grafici pero’ non mi convincono molto, mancano Paesi quali Gran Bretagna, Spagna, Germania, ecc. in piu’ non si comprende chi e come ha costruito la rete in fibra ottica. E’ piu’ interessante leggere le dichiarazioni delle nostre istituzioni, per l’occasione rappresentate dal Dr. Roberto Sambuco, a capo del Dipartimento per le Comunicazioni del Ministero dello Sviluppo Economico. Ecco cosa ha detto:
“L’infrastruttura di prossima generazione e’ una priorita’ del Governo che richiede di agire e non puo’ essere lasciata alle forze del mercato. I Governi che non agiscono ora possono realmente danneggiare la competitivita’ economica dei loro Paesi; e piu’ a lungo si rimanda piu’ difficile sara’ ridurre il gap.
Peccato che in Italia in questo settore non ci sia un mercato di concorrenza, visto che Telecom Italia (gestore della rete) e price maker ha un potere enorme rispetto ai concorrenti.
“A fronte di questo imperativo e ambizione nazionale pero’, c’e’ il fatto che non e’ possibile spendere soldi pubblici con facilita’ e certamente non per sprecarli. La soluzione proposta – la via di mezzo – e’ che il Governo dovrebbe agire temporaneamente come un imprenditore, sostituendo il mercato per un breve periodo di tempo.”
Prima dice che se non si agisce subito si danneggia il Paese, poi dice che non si possono sprecare i soldi. Il tutto per non dover dire che semplicemente non ci sono i soldi, punto e basta, non solo per fare questo, ma per niente.
“Lo strumento per fare questo e’ il partenariato pubblico-privato [PPP] per la realizzazione delle infrastrutture passive [cavi in fibra spenta, cavidotti e canalizzazioni verticali] in tutta Italia. Entro 10 anni lo Stato intende lasciare la societa’ e lasciare l’infrastruttura al mercato.”
Ecco, bravi, date in mano la rete alle imprese oligopolistiche che ci sono in Italia, cosi’ sai che bel futuro per internet (e non solo). Dieci anni credo sia il tempo che si sono prefissati per ultimare i lavori.
“Pertanto, nel novembre del 2010 Paolo Romani, il ministro delle Comunicazioni, ha firmato un memorandum d’intesa con 20 operatori di telecomunicazioni in Italia. Un gruppo di operatori, inclusa Fastweb, Vodafone Italia e Wind, hanno gia’ costruito una rete pilota in un quartiere di Roma, che ci informera’ circa le scelte tecniche e commerciali per le implementazioni future.”
Ricordo quel memorandum, e ricordo che nel frattempo e’ rimasto tutto fermo.
Cosi’ ha commentato Chris Holden, Presidente del FTTH Council Europe:
“Aspettiamo con grande interesse per vedere se questo e’ un modello che potrebbe essere seguito altrove in Europa.”
Ingenuo, vedrai che bel pasticcio sara’, Telecom, Vodafone, Fastweb e forse una o due altre imprese si divideranno per zone la rete in fibra ottica e i relativi utenti. Vedrete le condizioni a cui verranno offerti i servizi, e vedrete i servizi che offriranno e a quali prezzi.
Intanto, notizia di ieri, l’AGCOM ha dato il via libera all’offerta retail di Telecom Italia, cosi’ ora l’incumbent potra’ entrare direttamente nel settore fibra ottica a fianco di Fastweb (che gia’ offre il servizio in 7 citta’).
Questa e’ la dichiarazione rilasciata da Corrado Calabro’ (presidente di AGCOM)
“Con la decisione odierna l’Autorita’ consente a Telecom Italia e ai concorrenti che si avvarranno delle corrispondenti offerte wholesale di iniziare a sperimentare la commercializzazione di un servizio a banda larga, in attesa del completamento del quadro delle regole NGN.”
Si tratta di un via libera condizionato, condizioni che non impediscono a Telecom di mantenere il suo strapotere sulle concorrenti presenti e future. Ecco le condizioni:
- Telecom potra’ operare “solo nelle citta’ in cui siano gia’ presenti offerte di servizi NGN“. Per capirci, nell’immediato significa le sette citta’ in cui gia’ opera Fastweb (credo siano Milano, Torino, Genova, Bologna, Roma, Napoli e Bari), nel futuro invece dove opereranno i nuovi concorrenti, a cui Telecom vendera’ l’uso delle future reti in fibra ottica.
- L’altra condizione e’ che nel periodo considerato (tutto il 2011) Telecom non potra’ acquisire piu’ di 40mila nuovi utenti.
- Infine, la condizione piu’ importante, la commercializzazione dell’offerta retail di Telecom Italia e’ condizionata alla contestuale effettiva fornitura di un’offerta wholesale basata sul principio del retail minus.
Con tutti questi termini si rischia di non capirci nulla (e questo e’ lo scopo probabilmente). Cominciamo dall’inizio, in Italia manca un quadro regolatore sule reti di prossima generazione, ne scrissi gia’ tempo fa, e non e’ cambiato nulla. Ad oggi Telecom fa e disfa a suo piacere, per impedire tutto cio’ si discute da tempo di introdurre il il bitstream orientato al costo.
Il bitstream e’ un servizio di interconnessione all’ingrosso, nel quale Telecom Italia (operatore dominante) fornisce ad altri operatori la capacita’ trasmissiva tra un punto di interconnessione e l’utente finale. Questa capacita’ trasmissiva ha un prezzo, mancando il mercato di concorrenza in grado di stabilire un prezzo vero, ed essendoci un monopolista (Telecom), si e’ deciso di stabilirlo in uno dei due seguenti modi:
- col metodo del costo di fornitura (cost-plus), prevede che il prezzo all’ingrosso sia fissato in base al costo sopportato da Telecom per fornire il servizio, piu’ un margine che le consenta un ragionevole profitto;
- col metodo del prezzo al dettaglio (retail-minus), i prezzi all’ingrosso sono pari al prezzo delle offerte al dettaglio di Telecom Italia meno una certa somma che permetta agli altri operatori di competere.
Il problema del retail-minus e’ che in questo modo e’ Telecom a fissare i prezzi all’ingrosso, e di conseguenza i prezzi al dettaglio fatti dagli altri operatori sono ritagliati sul prezzo al dettaglio fatto da Telecom Italia.
Oltre al bitstream c’e’ un altro tipo di vendita all’ingrosso, ed e’ il wholesale (ULL, accesso condiviso, ecc.) col quale gli altri operatori (OPP) comprano da Telecom l’uso delle sue infrastrutture che continuano a essere gestite da Telecom, anche nell’ultimo miglio. Invece nel bitstream e’ l’operatore che ha la gestione tra un punto di interconnessione e l’utente finale.
Dunque la frase:
“La commercializzazione dell’offerta retail di Telecom Italia e’ condizionata alla contestuale effettiva fornitura di un’offerta wholesale basata sul principio del retail minus.”
Possiamo tradurla con:
“Telecom Italia potra’ vendere al dettaglio (agli utenti) la sua offerta della banda ultralarga a 100Mb solo se fornisce la capacita’ trasmissiva e la gestione dell’ultimo miglio ad un prezzo pari alle offerte al dettagli di Telecom Italia meno una certa somma.”
Vedremo come andranno le cose, prevedo male alla luce dei presupposti. Spero solo che vengano stabilite presto le regole sulle NGN, e che siano decenti.
[^] torna su | post<li> |