Il popolo (almeno la sua parte sinistra) – sappiamo – ama essere preso per il culo. Non c’è dubbio in proposito. Se l’altra parte elegge Berlusconi, il popolo sinistro si lagna e protesta, dimostrando scarsa attendibilità democratica. Addirittura arriva a festeggiarne (con cattivo gusto) le dimissioni (peraltro volontarie). Conseguentemente sale a Palazzo Chigi un manipolo di professori e banchieri ed ecco che quella parte di popolo esulta, manco fossero saliti al potere i miti della rivoluzione bolscevica. Quelli che nell’immaginario collettivo comunista sono definiti (a torto) eroi della libertà.
Quanto sia grande la presa per il culo potete solo immaginarlo. Per decenni, se non ormai da qualche secolo, la sinistra (almeno quella ideale) si scaglia contro il potere di banchieri e alta finanza, e oggi guardatela lì a festeggiare ed esultare perché a governarci non c’è un politico democraticamente eletto, ma l’esemplificazione stessa del potere oligarchico e finanziario di un paese. È un paradosso che ostenta autolesionismo, il quale ancora deve essere spiegato dai sociologici e dai politologi.
Che farà questo governo – la cui media di età, tanto per farci ancora del male, è di 77,5 anni – ormai è certo: farà piangere lacrime e sangue. Solo che le lacrime e il sangue saranno tutti nostri, e i vantaggi saranno tutti loro. Di loro chi, potete ben intuirlo: banche, società di investimento, burocrazia nazionale ed europea. Insomma coloro che: o hanno sprecato i nostri soldi, o li hanno investiti con finalità speculativa, bruciandoli come cartastraccia all’inceneritore.
Questo Governo non nasce pertanto sotto i migliori auspici liberali. Non è un Governo democraticamente eletto (anzi, nemmeno è stato eletto). Non farà nulla di buono per il popolo. È chiamato semplicemente a quietare i mercati finanziari. È chiamato a salvare il culo a investitori nazionali e stranieri. È chiamato a garantire che i soldi di questa gente non vengano bruciati e che lo Stato dia garanzie per i suoi titoli del debito pubblico (facendo cassa). Per raggiungere il risultato, non potrà (o dovrà) far altro che mettere le mani in tasca degli italiani, i quali volenti o nolenti, di destra o di sinistra, dovranno cacciarli fuori in un modo o nell’altro.
Qualcuno si chiederà: perché allora Berlusconi ha fatto un passo indietro? E perché ha deciso di sostenere il Governo delle tasse? La risposta è semplice e può essere sintetizzata in una metafora in forma di domanda: cosa fareste voi se qualcuno vi puntasse una pistola alla tempia e vi chiedesse di alzarvi dalla sedia per fargli posto? Credo non ci pensereste due volte a sollevare il vostro culone per evitare il dramma. E badate: non si tratta di pavidità e/o codardia. Si tratta semplicemente di realismo.
Ecco dunque il perché della decisione del centrodestra di appoggiare – seppur con evidenti mal di pancia – il governo dei tecno-professori. Non si poteva fare diversamente. Non c’era altra possibilità, altra via d’uscita. Anche perché andare all’opposizione avrebbe significato uscire dalla partita e dai giochi quirinaleschi. Avrebbe significato avallare un mezzo-ribaltone che la sinistra e il terzo polo speravano di attuare, restando gli unici in gara a sostenere Monti. Con il PDL all’opposizione, non ci sarebbero state infatti preclusioni all’ingresso di qualche uomo del PD o del Terzo Polo nel governo, o alla nomina di tecnici d’area legati a triplo filo al PD o al Terzo Polo. Con la presenza del partito berlusconiano, si è tenuto invece un certo equilibrio.
Ma vediamo in sintesi chi sono i ministri del Governo Monti:
INTERIM ECONOMIA. Mario Monti. Il ministero dell’Economia è affidato allo stesso Mario Monti, che occuperebbe questo ruolo affiancandolo a quello di presidente del Consiglio.
SVILUPPO ECONOMICO, INFRASTRUTTURE E TRASPORTI. Corrado Passera. Cinquantasei anni e laurea alla Bocconi. Dal 2002 è Amministratore Delegato per Banca Intesa e Intesa Sanpaolo.
ESTERI. Giulio Terzi di Sant’Agata. Il neoministro degli Esteri, 65enne, è ambasciatore a Washington. Esperto di diritto internazionale è stato Primo Segretario per gli affari politici all’Ambasciata italiana a Parigi, ambasciatore in Israele e rappresentante alle Nazioni Unite.
LAVORO E POLITICHE SOCIALI. Elsa Fornero. Per il ministero è stata scelta Elsa Fornero, docente di economia all’Università di Torino. La Fornero è anche alla guida del Cerp (Center for research on pensions and welfare policies), ed è vicepresidente del Consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo. Infine, è componente del Nucleo di valutazione sulla spesa previdenziale presso il ministero del Lavoro.
DIFESA. Giampaolo Di Paola. L’ammiraglio Di Paola è l’attuale presidente del Comitato Militare della NATO, organismo composto dai Capi di Stato dei 27 dell’alleanza.
INTERNI. Anna Maria Cancellieri. In passato prefetto di Genova e Catania, la Cancellieri guidò Bologna nel difficile periodo del commissariamento, per poi essere chiamata a Parma, ancora come commissario.
GIUSTIZIA. Paola Severino. È un avvocato penalista di fama e vicerettore dell’Università Luiss Guido Carli. È stata vicepresidente del Consiglio della Magistratura militare.
ISTRUZIONE, UNIVERSITA’ E RICERCA. Francesco Profumo. Ha retto il Policlinico torinese dal 2005 al 2001. Da poco mesi è presidente del Consiglio nazionale delle ricerche. Ha iniziato la sua carriera all’Ansaldo genovese, per poi diventare preside della facoltà di Ingegneria del Politecnico di Torino.
BENI CULTURALI. Lorenzo Ornaghi. Laureato in Scienze politiche presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, dal 2002 ne è rettore.
SALUTE. Renato Balduzzi. Professore di diritto costituzionale nell’Università del Piemonte Orientale. Consigliere giuridico dei ministri della difesa e della sanità. Attualmente è componente per l’Italia dello European Liaison Committee di Pax Romana-Miic- Icmica.
AMBIENTE. Corrado Clini. È il negoziatore climatico per l’Italia in campo internazionale. Attualmente è alla guida della direzione generale per lo sviluppo sostenibile, il clima e l’energia.
POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI. Marco Catania. È l’attuale capo dipartimento delle Politiche agricole e internazionali del Mipaaf.
di Martino © 2011 Il Jester