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In libreria: “Case di Dio e ospedali degli uomini”, di Francesco Agnoli

Creato il 25 ottobre 2011 da Uccronline

In libreria: “Case di Dio e ospedali degli uomini”, di Francesco AgnoliAdoratori di un Dio che prima di tutto, si è fatto bambino. Questi sono i cristiani, che sin dai primi secoli si sono dimostrati in prima linea per salvare quei bambini trovatelli, non voluti, indesiderati, a differenza della quasi totalità dei popoli antichi per i quali era assolutamente nella norma lasciare alla morte i bambini o ridurli alla schiavitù. Solo con l’avvento del cristianesimo si sono sviluppate la medicina e l’accoglienza.

Questo è il contenuto del nuovo saggio storico di Francesco Agnoli, insegnante, scrittore, giornalista e collaboratore de “Il Foglio”. Il libro si intitola: “Case di Dio e ospedali degli uomini. Perché, come e dove sono nati gli ospedali” (Fede e Cultura 2011) ed è in libreria in questi giorni. Agnoli descrive la nascita di ospedali, orfanotrofi, lebbrosari, case d’accoglienza per prostitute ecc .. volti esclusivamente a garantire il semplice diritto alla vita a dei bambini innocenti, contrariamente a tutte le altre culture pre-cristiane. Già nel 787, leggiamo nella presentazione apparsa su “Il Foglio”, l’arciprete Dateo accoglieva i bambini abbandonati sulla porta della chiesa dedicandosi inoltre, ad allevare con l’aiuto delle balie, i bambini raccolti per strada.

Un altro esempio può essere sicuramente rappresentato da quello che era il metodo più diffuso per la raccolta degli esposti, ossia la ruota, la quale risale a Papa Innocenzo III, il protettore dell’ospedale di Santo Spirito nel 1214. Uscendo dall’Italia comunque, anche se tali situazioni erano decisamente meno diffuse, i cristiani sono stati in ogni modo presenti, per esempio a Parigi, Londra, Colonia, Norimberga ecc. Nella capitale francese ad esempio, nel 1363 una delle confraternite cittadine fondò il Saint-Espriten-Grève allo scopo di raccogliere i bambini di nascita illegittima abbandonati oppure gli orfani di ambedue i genitori aventi meno di nove anni. Nel 1409 erano una cinquantina e 200 un secolo più tardi, ovviamente totalmente a carico delle autorità ecclesiastiche. Dalla costante e ormai tradizionale attenzione verso i bambini abbandonati nacque anche il famosissimo “Spedale degli Innocenti” fondato a Firenze nel 1419, progettato dal grande Filippo Brunelleschi, e che trovò anche il sostegno del comune e della corporazione della seta; o ancora la struttura di San Girolamo Emiliani, che grazie all’appoggio del duca Francesco Sforza, nell’anno 1528 riuscì a fondare nell’oratorio di San Martino con la successiva protezione dei cardinali Carlo e Federigo Borromeo. Una vera e propria rivoluzione culturale e sociale, dunque, rispetto al mondo antico, romano e greco, oltre che germanico.

Lo storico Paolo Caucci, ordinario di Storia della cultura ispanica presso l’Università di Perugia ha commentato: «È un fatto che la medicina e il suo sviluppo abbiano nelle loro radici il fondamento dell’ospitalità e della carità più che un interesse scientifico, che sarebbe sorto invece dall’applicazione di questi princìpi. Una carità che vedeva la sofferenza come sofferenza di Cristo. È questo che ha generato un passaggio di civiltà». Parte del ricavato ottenuto con questo libro andrà al Medv (Movimento europeo difesa vita) per un progetto di aiuto economico al Caritas Baby Hospital di Betlemme.

Antonio Ballarò, noicattolici.altervista.org


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