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In marcia con i ribelli

Creato il 16 marzo 2012 da Libereditor

In marcia con i ribelliOggi, nell’India centrale, l’esercito guerrigliero maoista è formato per la quasi totalità di disperati e poveri di estrazione tribale alle soglie del livello di carestia, in condizioni di fame persistente. Sono persone che, a sessant’anni dall’indipendenza indiana, non hanno ancora accesso all’istruzione, all’assistenza medica e legale. Sono persone sfruttate senza pietà, truffate in continuazione da piccoli affaristi e usurai, mentre le donne vengono violentate da poliziotti e personale del Dipartimento Forestale come se questo fosse un diritto acquisito. Il loro viaggio verso il recupero di una qualche dignità si deve in gran parte ai militanti maoisti che hanno vissuto, lavorato e combattuto assieme a loro per anni.
Se le popolazioni tribali hanno preso le armi, lo hanno fatto perché in governo vuole ora strappare loro l’ultima cosa che possiedono: la terra. Chiaramente non credono al governo quando sostiene che il suo unico intento è quello di “sviluppare” la loro regione e non l’hanno bevuta la storiella che le strade larghe costruite attraverso le foreste della provincia di Dantewada dalla National Mineral Development Corporation sarebbero state costruite per consentire loro di portare i figli a scuola. Credono invece che, se non combatteranno per la loro terra, saranno eliminati. Per questo hanno preso in mano le armi…

Arundhati Roy ha attirato su di sè la solidarietà di milioni di persone per la sua profonda e urgente necessità di mostrare al mondo le contraddizioni che dilaniano silenziose il suo Paese. E’ impegnata in prima persona contro il programma nucleare, la corruzione dello stato, la costruzione delle dighe, gli interessi delle corporation e tutto quello che ha a che fare con una globalizzazione violenta. E’ decisa risoluta, non ama i compromessi e le mezze misure ed è cosciente che la sua prosa irrita la classe media indiana, i ricchi e le élite. Dice di scrivere perchè deve, perchè sarebbe troppo umiliante non farlo e perché “c’è un’urgenza rispetto a quello che accade da cui è difficile distogliere lo sguardo”.


Arundhati Roy

In marcia con i ribelli
Guanda
2011


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