Soprattutto ricordiamo la sua umanità che si manifestava in indulgenza e comprensione anche verso gli interlocutori grossolani ed aridi.
Il contributo di Gianni è stato prezioso: ci ha fornito materiale, indicato fonti, dato consigli non solo in relazione alla Geoingegneria clandestina, ma pure in riferimento a molti altri ambiti culturali spesso di frontiera in cui egli si è mosso con l’intuito dell’esploratore curioso ed attento. Gianni ha avuto il temperamento del pioniere che si avventura in territori incogniti con audace accortezza.
Non è mai mancato il suo sostegno generoso e disinteressato nei frangenti che hanno costellato questi anni. Noi di “Tanker enemy”, insieme con tutti coloro che hanno apprezzato le sue qualità, vogliamo ricordarlo con stima ed affetto attraverso la bellissima testimonianza di un comune amico.
“Via verso un mondo migliore. Un mondo da lui auspicato e infaticabilmente ricercato in ogni giorno della sua vita. A Gianni volevamo bene, autenticamente bene. Ricordarlo per me è un dovere ma ancor più un onore, così come è stato un privilegio incontrarlo e conoscerlo. Gianni non avrà da questo mondo il tributo che si merita, eppure con Gianni perdiamo una persona rarissima, una mente scintillante e un cuore generoso.
Sinceramente non ricordo quando ci incontrammo e perché ciò avvenne. Come lui riteneva fu semplicemente questione di magnetismo.
Gianni era una persona che amava ancora guardare il cielo e le stelle. L'azzurro intenso e il blu scuro della notte. Amava gli astri, il sole e il cosmo. Un ricercatore che amava la scienza e il mistero, il ragionamento e il dubbio, il calcolo e il paradosso, il misurabile e l'insondabile.
Noi a quei tempi (2002) pubblicammo un articolo sulle scie chimiche. Ecco forse fu quello: fu lo sdegno di fronte a tanto scempio, fu il sentirsi soli sotto quel cielo imbiancato e violato a unirci. Da allora Gianni è stato con noi e sempre un poco più avanti di noi.
Un maestro umile. Distante anni luce dal chiacchiericcio semicolto e futile dei salotti, Gianni è stato un intellettuale libero e di parte: sapeva schierarsi per la verità e per chi, in quel momento, stava vicino ad essa. Un maestro umile che ci ha dato più di quanto noi stessi abbiamo fino ad oggi potuto cogliere.
E ora con la nostalgia nel cuore percepiamo una grandezza. Questa percezione di infinito, e non il vuoto, è l'ultimo regalo e paradosso che Gianni ci lascia”.
Sergio S.
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