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In memoria di "Sardegna 24"

Creato il 29 gennaio 2012 da Zfrantziscu

Quando chiude un quotidiano – e oggi lo ha fatto Sardegna24 – c'è sempre una confessione di impotenza. Ed è un fatto drammatico sia per chi ci lavorava, sia per il gruppo che lo ha edito, sia per chi lo ha accompagnato nella vita illudendosi che fosse forte di lettori e sostenitori. Accomiatandosi, il direttore Giommaria Bellu ha assicurato che si tratterà di una breve assenza dalle edicole e sinceramente sarei contento se così fosse, anche se a me Sardegna24 non piaceva. Né, temo, piacerà se risorgendo continuerà ad essere un giornale fazioso teso a formare più che a informare. Del resto, il fallimento del quotidiano, perché di questo al momento si tratta, mi pare strettamente legato al suo essere replica settaria di un altro quotidiano legato al centrosinistra, La Nuova Sardegna. Ha affollato un'area politica e culturale che, evidentemente, non è in grado di fornire tanti lettori e sostenitori quanti sono necessari a far vivere due quotidiani, simili nell'ispirazione ideale e diversi quanto a tradizione, radicamento e target, borghese moderato l'uno, intellettuale e agitato l'altro. Gli scrittori di sinistra, i registi di sinistra, gli artisti di sinistra, gli intellettuali di sinistra si sono raccolti oggi intorno al giornale che chiude per piangere la dipartita di un caro di casa. Uno sforzo finanziario pari a quello retorico avrebbe credo – basta leggerne i nomi – assicurato lunga vita al quotidiano. E, chi sa?, potrebbe contribuire alla rinascita. Tutto sta nel vedere se esiste, in Sardegna, un pubblico di lettori disposto a metter da parte le capacità di riflessione ed accontentarsi di quelle agitatorie. Comunque sia, buona fortuna alla redazione e alla direzione di Sardegna24. Un quotidiano fazioso vivo è sempre meglio di un quotidiano settario morto.

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