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In Messico le cellule staminali cordonali contro la paralisi infantile

Creato il 08 ottobre 2014 da Conservazionecordoneombelicale @SorgenteSalute

Sono due bambini, un maschietto dell’età di 4 anni, ed una femminuccia dell’età di 8, alcuni dei 18 pazienti del trial clinico guidato dalla dottoressa Consuelo Mancias-Guerra, all’ospedale universitario di Monterrey, in Messico. Il trial riguarda l’uso delle cellule staminali cordonali contro la paralisi infantile, una patologia che colpisce in media 2 bambini su 1000, e che, se non trattata, può portare a gravi disturbi motori e cognitivi.

Conservazione cordone ombelicale - Guida
Di: Redazione

Le cellule staminali con le quali sono stati trattati i due bambini inseriti nel trial clinico messicano sono cellule staminali cordonali, ovvero le cellule che vengono prelevate, al momento del parto, dal sangue del cordone ombelicale: queste cellule sono potenti, vitali ed attive, tra le migliori prelevabili, e grazie alla loro capacità di rigenerazione e riparazione sono in grado di trattare numerose patologie, alcune delle quali molto gravi ed invalidanti.

Secondo il Decreto Ministeriale 18 novembre 2009, le cellule staminali del cordone sono efficaci nel trattamento di 80 patologie, molte delle quali appartenenti al ceppo delle malattie del sangue, come leucemie, linfomi e mielomi. Ma gli studi e le ricerche scientifiche stanno andando avanti, ed il trial clinico che ha coinvolto i due bambini italiani ne è la prova: a tal proposito, si è conclusa la Fase 1 del trattamento, e tutto è pronto per la Fase 2, che coinvolgerà 60 pazienti e si concluderà nel 2016.

La paralisi cerebrale infantile è una patologia grave e invalidante, in grado di provocare danni permanenti al cervello in quasi il 50% dei neonati che ne sono colpiti e per i quali il trattamento per mezzo dell’infusione di cellule staminali cordonali può rappresentare un’importante risposta.

È quindi fondamentale alimentare l’informazione sulla conservazione delle cellule staminali cordonali affinché tutte le coppie vengano a conoscenza di questa risorsa preziosa per il futuro del loro bambino, una risorsa che purtroppo viene ancora sprecata a causa della scarsa informazione.


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