In nome del burqa: cronache di ordinario razzismo (e sessismo)

Da Vi
Mentre in Francia il Consiglio di Stato deve riconoscere che un divieto assoluto del cosiddetto burqa (velo integrale, niqab ...), non troverebbe "alcuna base giuridica incontestabile", altrove continuano le campagne mediatiche finalizzate alla propaganda dell'odio (come in Catalogna, dove partiti decisamente xenofobi agitano la questione del fondamentalismo islamico in vista delle prossime elezioni autunnali). Anche in Italia il burqa è sempre sula cresta dell'onda, e mentre a Cremona il centrodestra si spacca su come/quando/dove "migliorare" la legge proposta dal gruppo parlamentare della Lega Nord (che nella formulazione non è abbastanza chiara nel proclamare "l'illegalità del burqa"), a Udine un consigliere della Lega Nord, tal Luca Dordolo, dopo aver inutilmente intimato ad una donna a passeggio con figli e marito, di togliersi il niqab, l'ha fotografata con il telefonino e poi ha chiamato la Digos per farla identificare, poiché si stavano dirigendo verso il duomo "obiettivo sensibile". I quotidiani locali riferiscono dell'imbarazzo del consigliere quando è risultato che la donna era "moglie di un ingegnere della Danieli". E se fosse stata moglie di un qualsiasi migrante, operaio possibilmente in nero e senza documenti? La Lega avrebbe esultato insieme ai media, e non è certa la fine che avrebbe fatto lui (pericoloso terrorista) e lei (povera donna vittima del fondamentalismo). La notizia non è recentissima (25 maggio), mi è stata segnalata solo adesso (grazie a Naima) ma si presta a interessanti riflessioni su genere, "razza" e classe, come anche sulla "falsa emancipazione" che ci viene proposta (e di cui parla il volantino distribuito da antirazziste/i solidali con i/le recluse/i nei Cie, qualche giorno fa a Roma, durante l'interruzione della presentazione alla Sapienza del volume Womenomics: perché le donne sono il motore dell’economia, presenti, tra le altre, Isabella Rauti e Giorgia Meloni). Intanto Dordolo imperterrito dichiara di voler lanciare uno slogan: "Sono belle senza il velo, fotografiamole tutte".
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