In nome del popolo italiano ……

Creato il 08 marzo 2012 da Sidast

In nome del Popolo Italiano (e, quindi, anche dei suoi amici e nemici dell’Ast), il Giudice Monocratico della III^ Sez. Penale del  Tribunale  di Palermo, Dott. Maria D’Antoni, in data 25 Novembre 2011, ha pronunciato sentenza di assoluzione dell’imputato Ugo Giuseppe Agati dall’accusa di aver denigrato e diffamato, a mezzo stampa, l’Ing. Emanuele Nicolosi, Direttore Generale dell’Azienda Siciliana Trasporti spa, “PERCHE’ IL FATTO NON COSTITUISCE REATO”, con la seguente motivazione:

“Ritiene lo scrivente, nel caso in specie, non sussistere l’elemento soggettivo del dolo generico e, cioè, la volontà dell’agente di usare espressioni offensive con la consapevolezza di ledere l’altrui onore. L’imputato, nel rendere determinate dichiarazioni, ha voluto esercitare un diritto di cronaca nel rispetto dei criteri della pertinenza e della continenza”.

In buona sostanza, nello sfogarsi con l’allora Presidente della Commissione Nazionale Antimafia, On.le Francesco Forgione, al quale ha inviato una semplice lettera via web con tanto di saluti e firma finale, non ha, il Segretario del Sidast, offeso deliberatamente,  attentando al suo onore, il Direttore Generale ma mettere in luce alcune caratteristiche birichine del Generalissimo nella conduzione dell’Azienda presso cui lavorava da oltre trenta anni. Non spettava poi all’imputato ma, al destinatario della lettera o alla Magistratura, accertare o no la veridicità delle “segnalazioni” da classificare lecite o illecite….

Di certo c’è che, a distanza di un anno,  il Direttore Generale è stato sospeso dall’incarico per 90 giorni (poi diventati circa 300) e sottoposto ad indagini da parte di due Ispettori dell’Assessorato Regionale di competenza al termine dei quali è stato reintegrato nell’incarico senza che venissero pubblicamente divulgate le risultanze dell’inchiesta.

In altri post sono stati divulgati i motivi, squisitamente “politici” che hanno determinato il ritorno alla guida dell’Azienda di un personaggio equivoco che si ritrova, in questi giorni, nuovamente al centro della bufera (e, probabilmente sotto esame dall’Ars e dalle varie Magistrature) a causa di alcuni scivoloni gestionali che hanno condotto l’Azienda ad un passo dal fallimento e di cui dovrà rispondere. Sarebbe auspicabile, a questo punto, che in un sussulto di consapevolezza del momento, l’Ing. decidesse autonomamente di rassegnare le proprie dimissioni in maniera tale che il suo eventuale successore potesse cercare di raddrizzare la nave Ast che va alla deriva portandola definitivamente in salvo….  salvandola dalle rapaci mani di profittatori dai colletti bianchi, nonché antimafiosi e pure amici intimi di “Arraffaele” (indovinate il cognome….).

Querelare chi divulga solo e soltanto verità, porta male, a quanto sembra….

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