Chissà come sarà, di inverno: saltare giù dal letto, schiudere le imposte, scoprire lo spettacolo del manto di neve intatto. Non sono sicuro, a dire il vero, che da queste parti abbiamo imposte, considerata la fame di luce nei lunghi mesi invernali. Però rende l'idea: il primo vero movimento dopo il risveglio, per accogliere la luce e la quiete. Un giorno di sole dopo la tempesta. La neve che copre tutto e che è leggerezza, riposo. Il bianco che abbaglia.
È l'inverno che ho visto in molte opere fiamminghe e che da sempre è stata la mia idea di inverno, nonostante abiti in una città dove anni interi vanno in archivio senza nemmeno un fiocco. Da me la neve è quasi sempre solo un annuncio, un disagio, una poltiglia di fango. Però per me è questo l'inverno. Una finestra che si apre al mattino e lo sguardo che spazia. Ovviamente anche il fumo che sale dal camino, promessa di tepore e di pasti caldi.
La finestra e il camino. La mia idea di inverno che si porta, indissolubile, l'idea della casa: necessariamente ospitale.
(da Paolo Ciampi, L'Olanda è un fiore, Ediciclo)