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IN PERù VINCE IL NAZIONALISTA OLLANTA HUMALA, VICONO ALLE IDEE DI CHAVEZ. PAURA DI UNA FUGA DI CAPITALI STRANIERI

Creato il 15 giugno 2011 da Madyur

Il Perù più povero, quello delle regioni andine e amazzoniche , premia un leader ultranazionalista e si candida a far parte dell’asse emergente dell’America Latina. Ollanta Humala, 48 anni, sposato, tre figli, ex tenente colonnello dell’Esercito , raccoglie le ceneri di una sinistra divisa , lacerata dagli spettri di un terrorismo sanguinario e s’impone su Keiko Fujimori , figlia dell’ex dittatore Alberto.

Dopo aver perso la sfida del 2006 con Garcia , il fondatore del Partito nazionalista peruviano è riuscito a convincere anche la scettica classe intellettuale e si prepara a diventare il 101° presidente del Perù dall’indipendenza del 1821. La sua vittoria tratteggia un futuro che spaventa i grossi investitori stranieri e la buona borghesia del paese timorosi di vedere compromessi i principali settori produttivi della società.

Nonostante le sue dichiarate simpatie per il chavismo bolivariano , Humala ha evitato di commettere gli errori del passato e ha accettato di farsi guidare da uno dei più quotati consiglieri di Lula , il rappresentante del Partito dei Lavoratori Favre. E’ stato proprio questo uomo politico a convincere l’ex militarista ad abbandonare il massimalismo di sinistra e ad aprire il suo programma elettorale alla proprietà e all’industria privata senza abbandonare l’idea di dare benefici di un progresso economico alla popolazione meno agiata.

Dopo la sconfitta con Garcia, Hulama fece autocritica , ammise di aver commesso degli errori e di essersi legato a Chavez e alla sua rivoluzione nazional-popolare. Un errore che ha evitato in questa sfida : gli è valsa la vittoria , nonostante i dubbi, i timori , le incertezze di una parte dell’elettorato. E nonostante i dubbi dei ricchi : la Borsa di Lima ha perso il 12,5% dopo la votazione di Humala.

HUMALA

Nei suoi confronti, fino all’ultimo, hanno pesato alcuni episodi oscuri di violazione dei diritti umani di cui il nuovo presidente è stato accusato quando era a capo di una compagnia dell’esercito nella selva di Huanuco durante il Sendero luminoso nel 1992. Così come la rivolta militare che guidò il primo ottobre del 2000 contro il moribondo Fujimori nella regione meridionale di Moquegua dalla quale venne poi amnistiato. Ma sono soprattutto le contrastanti dichiarazioni nella campagna elettorale , oltre a voci di cospicui finanziamenti da parte di Chavez.

I militari hanno già governato in Perù a cavallo degli anni 70. La figura e le iniziative del generale Alvarado , a capo di una giunta marxista-leninista , ammirato dallo stesso Humala , hanno lasciato il segno nel Paese. Molti non vorrebbero avere un nuovo regime che trasformò la riforma agraria in un disastro e soffocò la libertà e i diritti civili.

Humala, però, ha rettificato la sua strategia , ha garantito la libera iniziativa , la proprietà privata , corteggia gli investitori stranieri che hanno contribuito alla crescita economica degli ultimi cinque anni. Difficile sarà la sfida per i 225 conflitti sociali che punteggiano vaste aree del paese. Si tratta di proteste legate a problemi ambientali e allo sfruttamento di centri minerari che mettono a rischio terre abitate e rivendicate dagli indios.

Humala parte da una posizione consolidata. La crescita economica , la disoccupazione minima,l’apparato statale efficiente. Il rischio sarebbe solo una fuga dei capitali investiti e la ripresa di una recessione scomparsa da dieci anni. La strategia di Humala ricalcherà quella di Lula che si è rivelata vincente e che ha riscosso l’adesione degli industriali. Non sarà facile perché il partito del neo presidente non ha la maggioranza in Parlamento.


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