I rapporti della Russia con l’Italia, la nuova presidenza di Putin, la legge “Dima Yakovlev”, la cittadinanza a Gerard Depardieu, sono alcuni dei temi trattati da Bernhard Kiem, console onorario della Federazione Russa a Bolzano, in quest’intervista realizzata da Federica Rossi.
Abbiamo visto che il 2012 è stato un anno intenso di collaborazioni tra l’Italia e la Russia; alcuni esempi sono stati l’avvio dei lavori del gasdotto South Stream in cui è coinvolta anche l’Italia, con Eni, e poi la visita di Stato a Mosca e Sochi di Mario Monti in qualità di presidente del Consiglio su invito ufficiale del Cremlino e le numerosissime attività culturali quali ad esempio la Mostra del Cinema di Venezia e il Festival Internazionale del cinema di Roma in cui le delegazioni russe sono sempre presenti. Alla luce di questo 2012 appena trascorso cosa lega dunque Italia e Russia? E cosa c’è da aspettarsi per il futuro dei rispettivi Paesi?
Il legame tra Italia e Russia è molto forte e parte dalle singole persone: possono esservi ad esempio amicizie personali che si creano a partire dal singolo uomo fino ad arrivare ad interessare uomini politici di rilievo. La visita di Monti in Russia è molto importante in quanto Monti è stato il primo uomo di Stato a livello mondiale a fare visita al nuovo Presidente Putin. Certamente anche questo è un segnale molto forte a testimonianza del legame che unisce i due Paesi. I legami che interessano l’Italia e la Russia riguardano la cultura, l’economia e la politica. Per approfondire l’aspetto culturale si può accennare al fatto che nel 2011, anno della lingua e della cultura russa in Italia e della lingua e della cultura italiana in Russia, in Italia sono stati organizzati più di duemila eventi. Rilevante è il fatto che politici, ministri, governatori e deputati russi vengano spesso a partecipare a tali eventi culturali in Italia mentre a volte manca la controparte italiana, che spesso viene affidata a politici di posizione gerarchica nettamente inferiore. Nello specifico, la Regione Trentino-Alto Adige ha organizzato molti eventi in questi ultimi anni riguardo ambiti quali la cultura, la storia, e la lingua russa arrivando ad avere addirittura incontri settimanali. Dal punto di vista dei rapporti economici, citando l’ex ambasciatore russo a Roma Aleksej Meshkov, attualmente vice ministro degli Esteri della Federazione Russa, negli ultimi nove anni i rapporti Italia-Russia sono esplosi. Lo scambio commerciale circa dieci anni fa si aggirava attorno ai 25 miliardi di euro mentre oggi si aggira attorno ai 50 miliardi di euro. Questo significa che non si è avuto solo un aumento del prezzo dei combustibili ma si è effettivamente incrementato il flusso delle merci. È aumentato di molto l’export dell’Italia, si parla di circa 10 miliardi di euro di merci. Ovviamente lo sviluppo negli ultimi dieci anni ha seguito un po’ la tendenza della crisi, però essendone stata la Russia coinvolta solo per un brevissimo periodo, si è riusciti nell’arco di 9-12 mesi a tornare a ritmi pre-crisi. Un punto sul quale si sta lavorando per migliorare ulteriormente lo scambio ed il flusso delle merci consiste nel migliorare la standardizzazione, le certificazioni e risolvere i problemi doganali che vi sono attualmente con la Russia. Un fattore importante per l’economia, che però non rientra nei numeri riportati sopra, riguarda il settore del turismo, che sta diventando sempre più un fattore economico rilevante soprattutto per il Trentino-Alto Adige. Per quanto riguarda la situazione politica tra Italia e Russia i rapporti sono ottimi, le relazioni sono molto forti già dai tempi del periodo comunista, quando in Italia vi era la prima “filiale” estera del PCUS. Differenza fondamentale però è che allora questi rapporti di tipo politico non sono mai stati tradotti in business mentre ora avviene. Le relazioni politiche di cui stiamo parlando coinvolgono oltre ai governi anche le singole regioni e provincie italiane e le repubbliche e le regioni russe che mirano a migliorare i rapporti bilaterali. Molto spesso si incontrano delle delegazioni per discutere tematiche politico-economiche e, specialmente nella Regione Trentino-Alto Adige, per studiare il funzionamento dell’autonomia regionale e provinciale, dato che la Russia è caratterizzata dalla convivenza di tantissime etnie.
Qual è il ruolo della Regione Trentino-Alto Adige nei confronti della Russia?
Il Trentino-Alto Adige è una regione che piace molto ai Russi. La Russia aprendo un Consolato Onorario ha dato forte dimostrazione di interesse per la nostra Regione. In generale la Russia vuole essere più vicina ai cittadini russi all’estero e per questo motivo ha scelto di aprire dei Consolati. Un altro motivo per cui la Russia ha voluto il Consolato Onorario a Bolzano è la presenza di numerose industrie locali che commerciano con la Russia in diversi settori economici, oltre a quella di aziende addirittura partecipate da cittadini russi. Il legame tra il Trentino-Alto Adige e la Russia ha un fondamento storico molto importante: già nel 1875 fu costituita da un gruppo di cittadini russi una fondazione di beneficenza a Merano, denominata Borodina. Alcuni anni dopo, in seguito ad una grossa somma di denaro lasciata in eredità da Nadezda Ivanovna Borodina, una ricca signora di Mosca, l’associazione fu in grado di costruire un alloggio dove far curare gli ammalati di tubercolosi russi. Nonostante durante il periodo della Guerra Fredda l’associazione avesse cessato gran parte delle sue attività, fu tenuta in vita dalla sua presidente Bianca Marabini Zoeggeler. Attualmente si occupa di coordinare e sviluppare le già esistenti relazioni culturali e sociali tra la Provincia di Bolzano e la Russia e di sostenere e contribuire a diffondere la lingua russa. Il legame molto forte tra il Trentino-Alto Adige e la Russia è da attribuirsi anche al fatto che molti uomini politici o uomini d’affari russi vengono molto volentieri in Trentino-Alto Adige a trascorrere assieme alle famiglie le vacanze, soprattutto quelle invernali. Riguardo ciò va sicuramente sottolineato il cambiamento in atto soprattutto presso alcuni albergatori che avevano ancora pregiudizi nei confronti del turista russo, i quali ora invece si sono ricreduti ed accettano volentieri i turisti russi nei loro alberghi. Bisogna certamente sottolineare che il flusso turistico dalla Russia è cambiato fortemente negli ultimi 10 anni. Agli inizi viaggiavano solo i “nuovi ricchi”, mentre oggi viaggiano anche famiglie della fascia media.
Quanto peso è da attribuire ai mass media nelle accuse a cui la Federazione Russa è spesso sottoposta a livello internazionale per quanto riguarda tematiche quali l’assenza di democrazia, la non tutela dei diritti umani o elezioni elettorali non del tutto trasparenti in Russia?
Al cento per cento. I mass media, soprattutto la falsa informazione, sono i maggiori responsabili. Questo è testimoniato dal fatto che l’ultimo rapporto ONU sulle elezioni politiche russe del 2003 riconosce che le stesse sono state genuine, senza strane falsificazioni. Purtroppo i maggiori colpevoli sono i media internazionali, perché quelli nazionali e locali seguono molto le indicazioni che ricevono da chi spiega loro da vicino come stanno le cose. Sono i mass media internazionali che si dimostrano i più critici verso la Federazione Russa ed il Presidente, perché faticano a capire che per i russi Putin è un grandissimo Presidente, molto stimato ed apprezzato. In verità da quando Putin è Presidente, in Russia è cambiato tutto, senza che sia stato comunque tolto spazio alla critica o all’opposizione, la quale ha seggi nella Duma. Critica e opposizione sono accettate, la critica costruttiva è addirittura cercata. Lo stesso Putin afferma di essere cosciente dei problemi che ci sono in Russia. Se vogliamo citare Chernomyrdin, Primo Ministro sotto Eltsin, lui stesso ha riconosciuto le problematiche, dicendo con tanta autoironia e tanta autocritica: “Siamo venuti per migliorare le cose, ma tutto è venuto fuori come sempre”.
Come ha espresso molto bene al “Focus Italia Russia” lo scorso ottobre a Trento, i problemi della Russia non sono né Chodorkovskij, né Anna Politkovskaja, né le Pussy Riot. Quali sono i problemi più importanti dell’attuale Russia?
Il principale problema a mio parere riguarda la questione sanitaria. Quando Medvedev fu per un breve periodo Primo Ministro, prima di diventare Presidente della Russia, aveva stanziato un programma per la sanità del Paese da 500 miliardi di dollari, in quanto proprio la sanità è uno dei grandi problemi della Federazione Russa. Altri problemi riguardano le infrastrutture e il riuscire a far crescere le piccole medie imprese. Non sembra destare preoccupazione, invece, la convivenza inter-etnica e difatti i rapporti tra le diverse etnie presenti in Russia sembra buoni.
Cosa pensa a riguardo della legge “Dima Yakovlev”, che vieta alle coppie statunitensi di adottare bambini russi in seguito al caso del bambino russo morto negli Stati Uniti a causa del’incuria del padre adottivo, firmata dal presidente Putin ed entrata in vigore con il primo gennaio del nuovo anno?
Il problema sta nella mancanza di reciprocità sulla normativa delle adozioni con gli Stati Uniti. Se prendiamo in considerazione l’Italia, l’ottima legge relativa alle adozioni degli orfani russi non è stata in alcun modo intaccata dalla “Dima Yakovlev”. La Russia attraverso questa legge mira semplicemente a tutelare i bambini dati in adozione.
Sue valutazioni circa la situazione politica dopo il ritorno di Putin a Presidente della Federazione Russa nel marzo 2012? E cosa c’è da aspettarsi in questi sei anni di mandato di Putin?
Putin dà alla Russia una grandissima stabilità politica ed economica. La stabilità è la base per ogni Stato di Diritto; il problema che noi in questo momento stiamo vivendo in Italia è proprio l’assenza di stabilità. Per gli imprenditori la stabilità è un discrimine fondamentale nella scegliere se investire in un Paese piuttosto che in un altro, ed è proprio questa politica garante di stabilità, operata da Putin, che spinge l’investitore estero ad investire nel territorio russo. Questa staffetta tra Putin e Medvedev è una buona cosa perché il secondo è molto attento al Paese concentrandosi sulle infrastrutture, la sanità, le piccole medie imprese e le regioni mentre il primo è più concentrato sui rapporti internazionali. Tale stabilità avrà un riscontro nei prossimi sei anni sul Pil, evidenziando il grande potenziale dell’economia russa nel mondo. Putin e Medvedev con il governo russo costituiranno, in questi anni, una grande opportunità per il popolo russo, per il Paese e per tutti coloro che vogliono realizzare delle cose buone con la Russia.
Cosa pensa della cittadinanza russa concessa da Vladimir Putin all’attore francese Gérard Depardieu, stanco delle tasse troppo alte in patria, mentre stranieri nella Federazione Russa o persone che hanno sposato un cittadino russo prima di ricevere la cittadinanza devono effettuare test di lingua per dimostrare la conoscenza del russo, oltre che avere la residenza in Russia per alcuni anni continuativi?
Quindici anni fa i russi volevano la nostra cittadinanza, oggi siamo noi a volere la cittadinanza russa; c’è da chiedersi il perché di tale cambiamento. In Russia c’è una stabilità del Paese e del governo, che fa sì che chi possiede un patrimonio venga tutelato. La questione interessante in questo caso non è il fatto che Putin abbia concesso la cittadinanza a Depardieu, ma che Depardieu abbia chiesto la cittadinanza russa scrivendo una lettera personale a Vladimir Vladimirovič. Bisognerebbe dunque riflettere proprio sul fatto che è Depardieu a volere la cittadinanza russa, perché la Russia ha dimostrato di essere un Paese florido, che a grandi linee funziona molto bene. I cittadini russi pagano il 15% di imposta sul reddito, a differenza dell’Italia dove si paga il 50%. Ogni anno diminuiscono i flussi di capitale dalla Russia verso l’estero, questo perché i capitali, il patrimonio, la proprietà ora sono tutelati e quindi la gente preferisce avere i propri soldi in Russia e non più in Svizzera, a Cipro o alle isole Cayman. Che poi Putin abbia concesso la cittadinanza a Gérard Depardieu per fare scalpore, per me, è una notizia secondaria.