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In ricordo di Gaetano Scirea, 6 unico

Creato il 03 settembre 2013 da Molipier @pier78
In ricordo di Gaetano Scirea, 6 unico Pierpaolo Molinari Pierpaolo Molinari vedi altri articoli 03 settembre 2013 13:33

I più giovani non lo possono ricordare o forse l’hanno sentito nominare di sfuggita, parlando con qualche nostalgico del calcio che ha ancora impresso il ricordo di Gaetano Scirea, un campione sul campo e un uomo vero, lontano anni luce dai riflettori di un calcio fatto di soldi, pettegolezzi e televisione.

Io ho avuto la fortuna di vederlo giocare, purtroppo solo negli ultimi anni della sua carriera. Quando il mondo guardava Platini o Maradona che emozionavano le tribune con mirabolanti giocate, io ammiravo Scirea forse perché giocava nel ruolo in cui giocavo anch’io e volevo imitarlo o forse perché le giocate di un libero, un tempo, per quanto fossero fondamentali, facevano meno notizia di una punizione o un dribbling.

Ma lui, lui aveva classe ed eleganza da vendere, sapeva “rubare” il pallone all’avversario con una naturalezza disarmante, tempismo perfetto, visione di gioco eccezionale. Nel suo ruolo, Scirea è stato uno se non forse il migliore al mondo.

I ricordi particolari che ho di Gaetano Scirea sono due. Il primo è stupendo, l’altro l’opposto.

Avevo circa 8/9 anni e mio padre, per conto di un’azienda che produceva calzature, per pubblicizzare il prodotto aveva ricevuto la richiesta di contattare una squadra di calcio e chiedere la presenza di alcuni giocatori con cui effettuare degli scatti fotografici. Inviò la richiesta alla Juventus che rispose positivamente all’invito, lasciando libertà ai giocatori sul compenso da richiedere.

Si presentarono in tre, Scirea, Bettega che non era più nella rosa ma comunque gravitava intorno alla squadra e un altro di cui non ricordo il nome. Chiesi a mio padre di poter partecipare alla giornata ma tra giocatori, dirigenti aziendale, macchine fotografiche per me proprio non c’era spazio. Mi promise però un autografo da Scirea.

Verso il primo pomeriggio mio padre tornò, gli corsi incontro e gli chiesi dell’autografo. Mi disse che non era riuscito ad ottenerlo ma…che avrei potuto chiederlo io direttamente a Gaetano. Corsi fuori e Scirea era lì, in piedi fuori dalla sua auto. Mi accolse con un abbraccio e mi firmò una sua fotografia con tanto di dedica e mi regalò l’annuario della squadra. Disse che non poteva rifiutare di regalare una gioia ad un piccolo tifoso. Al momento di stabilire il pagamento, disse a mio padre che per lui era bastata la mia felicità. Quindi salì in auto e partì, da solo, alla volta di Torino.

Purtroppo quella foto tanto preziosa col tempo andò persa.

L’altro ricordo è oggi, 3 settembre, di 24 anni fa, una domenica. Guardavo la “Domenica Sportiva” condotta da Sandro Ciotti che commentava la giornata di campionato appena conclusa. In studio, con lui, c’era Marco Tardelli, ex centrocampista della Juventus e compagno di squadra di Scirea in bianconero e in nazionale. La trasmissione venne improvvisamente interrotta e Ciotti diede il tragico annuncio.

Scirea, dopo una vita trascorsa in bianconero, record di presenze battuto solo da Del Piero, divenne allenatore in seconda, vice di Dino Zoff e in collaborazione con il tecnico friulano, decise di partire per la Polonia per visionare il  GórnikZabrze, squadra che la formazione juventina avrebbe dovuto incontrare in Coppa Uefa.

Prima di partire per Varsavia, dove avrebbe dovuto imbarcarsi per Torino, telefonò alla moglie. “Vado a messa e poi parto” disse. Durante il viaggio verso l’aeroporto, la Fiat 125 su cui viaggiava con l’autista e l’interprete fu vittima di un incidente. Non è chiaro se sia stata tamponata o abbia effettuato un sorpasso azzardato, ma l’auto comunque uscì di strada e prese fuoco, anche a causa delle taniche di benzina nel bagagliaio, trasportate per evitare di rimanere a secco lungo le dissestate strade polacche.

Guardavo la televisione in cucina perché in casa il calcio non interessava a nessuno e in sala guardavano altro. Rimasi imbambolato alla notizia. Corsi da mio padre e gli comunicai la notizia. Ricordo che lui si alzò, andò alla finestra a guardare fuori. Mi disse che non avrebbe mai più conosciuto un uomo come lui. Credo che si commosse come feci anch’io.

Scirea è stato uno dei pochi, del calcio passato e presente, ad essere prima uomo che calciatore. Pochi hanno saputo restare “umani” con la fama e la notorietà. Lui quasi la schivava. Era Gaetano, era marito, padre, amico e poi il numero 6 della Juventus. Un vero fuoriclasse.

Bastava averlo visto giocare per capire chi fosse. Nereo Rocco diceva “Come sei in campo, sei nella vita”. Ecco, Scirea in campo, nelle sue 552 partite giocate con la maglia della Juventus non ha mai ricevuto un’espulsione. Un esempio di correttezza. Sul campo. Nella vita.

Gaetano Scirea. 6 Unico.


Calcio, gaetano scirea, Juventus, Scirea

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