Domani 23° anniversario della scomparsa del maresciallo Guazzelli.
Nella mattinata di domani 21 marzo 2015, nella ricorrenza del 23° anniversario della scomparsa del maresciallo maggiore “A” Giuliano Guazzelli assassinato dalla mafia il 4 aprile 1992, a seguito di vile agguato in territorio di Villaseta sul viadotto “Morandi”, l’Arma intende rinnovare i propri sentimenti di profonda riconoscenza dell’attività svolta dal sottufficiale nel contrasto alla criminalità mafiosa della provincia di Agrigento, di cui era “memoria storica” e profondo conoscitore.
Una Santa Messa sarà celebrata, alle ore 10, presso la Chiesa di San Calogero, vicino la sede centrale del Comando provinciale carabinieri di Agrigento, alla quale parteciperanno i familiari delle vittime del dovere. Successivamente, alle ore 11 una corona di fiori, offerta dall’Amministrazione comunale, verrà deposta sul luogo dell’agguato.
Giuliano Guazzelli fu assassinato il 4 aprile 1992 sulla strada Agrigento-Menfi sulla sua auto Fiat Ritmo, gli assassini a bordo di un Fiat Fiorino, lo sorpassarono su un viadotto, spalancarono il portellone posteriore e lo uccisero a colpi di mitra e fucili a pompa. A Menfi, cittadina d’adozione del maresciallo, fu proclamato il lutto cittadino.
Guazzelli all’epoca dell’omicidio aveva già maturato l’età pensionabile, ma aveva deciso di restare in servizio, nonostante avesse subito numerosi intimidazioni ed era già riuscito a sfuggire ad un altro agguato.
Inizialmente il delitto fu attribuito alla Stidda, così nel dicembre 1992 vennero arrestati in Germania dei presunti killer.
Processati e condannati all’ergastolo dal Tribunale di Agrigento, vennero successivamente assolti dalla Corte d’Assise d’Appello di Palermo per insufficienza di prove.
Passati alla pista Cosa Nostra, per l’omicidio sono state inflitte sei condanne definitive al carcere a vita. All’ergastolo sono finiti Salvatore Fragapane, Joseph Focoso, Simone Capizzi, Salvatore Castronovo, Giuseppe Fanara e al latitante Gerlandino Messina.
Nel maxi-processo denominato “Akragas” sono stati inflitti anche 18 anni di carcere al pentito Alfonso Falzone che ha aiutato i magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ad incastrare mandanti e sicari