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In semilibertà uno di quelli della Uno bianca

Creato il 09 gennaio 2012 da Stenazzi

Marino Occhipinti ha ottenuto la semilibertà. Era uno di quelli della Uno bianca. Ha una condanna all’ergastolo per associazione a delinquere, omicidio volontario e rapine. Fu lui, il 19 febbraio 1988, davanti alla Coop di Casalecchio di Reno, a uccidere la guardia giurata Carlo Beccari.  Aveva già usufruito di un permesso nel 2010 per partecipare a una via crucis organizzata da Comunione e Liberazione.

La notizia della concessione della semilibertà a Occhipinti arriva cinque giorni dopo l’anniversario di una delle azioni più feroci che i poliziotti della Uno bianca portarono a termine. Era la notte del 4 gennaio 1991 quando tre carabinieri (Andrea Moneta, Mauro Mitilini e Otello Stefanini) vennero massacrati durante un pattugliamento nel quartiere bolognese del Pilastro. A sparare furono  loro, quelli della Uno bianca. Erano poliziotti (quasi tutti) che, alla fine degli anni ottanta fino ai primi  novanta, andarono in giro per l’Emilia Romagna, con puntate anche in altre zone, a rapinare e uccidere. Ammazzarono 27 persone, ne ferirono oltre un centinaio, compirono 100 azioni criminali. Uccidevano per rubare, ma anche per razzismo, per uno sguardo sbagliato o semplicemente per il gusto di farlo.

Quella notte di gennaio l’auto dei poliziotti criminali venne affiancata dalla pattuglia dei carabinieri. Quelli della Uno bianca pensarono a un controllo, iniziarono a sparare: uccisero tutti.  Erano già famosi, avevano ammazzato benzinai e guardie giurate durante alcune rapine, il 20 aprile del 1998 avevano già ucciso a freddo due carabinieri che aveva fermato l’auto dei banditi per un controllo. Il 6 ottobre del 1990 ammazzarono un passante che stava cercando di annotare il loro numero di targa durante una rapina, il 23 dicembre di quell’anno si avvicinarono a un campo nomadi e spararono contro una roulotte uccidendo due persone, cinque giorni dopo a Bologna uccisero prima un commerciante durante una rapina a Castelmaggiore poi, qualche ora dopo, a Trebbo di Reno, ammazzarono un passante che si era avvicinato troppo alla Uno Bianca.

Erano bestie, continuarono a uccidere per anni.  Nel 1991, il 28 agosto, a San Mauro Mare, uccisero due operai senegalesi e ne ferirono gravemente un terzo. Non fu durante una rapina, erano neri, per quello spararono. Dopo ogni rapina e omicidio quelli della Uno Bianca facevano telefonate ai giornali, dicevano di essere militanti della Falange Armata.

Furono due poliziotti, Baglioni e Costanza, a intuire che quelli della Uno Bianca potessero essere  come loro,  poliziotti. Seguirono le tracce per mesi, spesso scontrandosi con ovvi scetticismi. Alle fine vennero arrestati tutti. Erano Roberto Savi, poliziotto a Bologna, suo fratello Fabio, unico a non essere in polizia, un altro fratello, Alberto, poliziotto a Rimini, Piertro Gugliotta, poliziotto, operatore radio a Bologna, Marino Occhipinti, poliziotto a Bologna, Luca Vallicelli, poliziotto a Cesena. I tre fratelli Savio furono condannati all’ergastolo, così come Occhipinti. Gugliotta ha avuto 18 anni, Vallicelli, il cui ruolo era minore, ha preso tre anni e otto mesi. Eva Mikula, fidanzata rumena di Fabio Savi che al processo aiutò a ricostruire tutta la storia della Uno Bianca, venne assolta.


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