Era già successo in Tunisia, in Egitto, in Libia. Quando un regime è alla frutta, spegne internet, per impedire che gli oppositori usino la rete per organizzare la protesta. Oggi è la volta della Siria. Il presidente Bashar al-Assad ha dato ordine di isolare il Paese dal mondo. Sono stati tagliati 3G, DSL e dial-up, mentre restano accessibili soltanto alcuni siti governativi.
Il brusco calo del traffico di rete è evidenziato nel Transparency Report di Google e in una comunicazione di Renesys. Internet arriva in Siria via Cipro, attraverso un cavo sottomarino, e il fornitore più importante è SyriaTel, di proprietà di un cugino del presidente Assad.
Il blackout della rete è stato imposto dal regime in previsione di una nuova ondata di manifestazioni per ricordare Hamza al Khatib e gli altri bambini e ragazzi uccisi durante la rivolta popolare siriana cominciata a gennaio.
Sulla Syrian Uprising c’è questa pagina di Wikipedia, approfondita, dettagliata e continuamente aggiornata.
AGGIORNAMENTO 5 GIUGNO 2011
In Siria la rete è tornata ad essere accessibile venerdì notte, fa sapere Renesys. Anche Google Transparecy Report conferma. Il regime – dice Renesys – potrebbe bloccare internet ogni venerdì, quando le manifestazioni di piazza si fanno più intense, in coincidenza con il giorno della preghiera.