Domani si apre la scuola. È il terzo anno in cui non ho libri da mettere nello zaino e ancora mi sembra strano, quasi impossibile per una come me.
S. oggi festeggiava i suoi 14 anni, è fortunata perché tutti si ricordano di farle gli auguri, l'11 settembre è una data che non può sfuggire a nessuno. Domani inizia il suo liceo, tecnologico. L'ha scelto perché è senza latino, come se a priori puoi sapere se una materia ti piace oppure no.
Comunque domani sarà un giorno importante per lei, sarà emozionatissima, già me la immagino.
Io me lo ricordo ancora il primo giorno del mio primo liceo. È una giornata che non si può dimenticare, perché in fondo sai che da lì in poi sarà tutto diverso. A 14 anni avevo i capelli lunghi fino al sedere e, con quei ricci legati a mezza coda, me ne stavo rintanata in un angolo del piazzale della mia scuola, insieme agli unici due che conoscevo. Solo uno sarebbe venuto in classe con me, l'altra aveva scelto il linguistico. Tenevo il mio zaino blu sulle spalle in modo ordinato, ero titubante, terrorizzata forse. Cercavo nei volti sconosciuti i volti dei miei futuri compagni di classe. Guardavo quelli più grandi, mi sembravano bellissimi. Guardando loro mi chiedevo se anch'io sarei stata così grande quattro anni dopo. Mi rendevo conto che quando sarei uscita da lì non sarei più stata quella che ero in quel momento.
Quei cinque anni ti cambiano, entri bimba ed esci donna.
Entri con uno zaino pieno infilato diligentemente su entrambe le spalle ed esci con una tracolla mezza vuota, piena di spille e scritte di cui magari ti vergogni anche un po'.
Entri con i capelli lunghi fino al sedere ed esci che ti arrivano a malapena alle spalle.
Entri che vai pazza per italiano ed esci che ami la matematica.
Entri che leggi ancora “Cioè” ed esci che compri “Focus”.
Entri che sogni un amore tre metri sopra il cielo ed esci che leggi Pasolini (anche se uno come Scamarcio ti piacerebbe ancora...).
Entri perché sogni di diventare un medico ed esci che di medici ne hai visti anche troppi intorno a te, tanto inutilmente che ti è anche passata la voglia di lottare per il tuo camice bianco.
Entri che ti piace il più bravo ragazzo del mondo, sempre ordinato, con le sue camicie, i suoi voti alti, i suoi occhi nocciola ed esci che faresti follie con il più stravagante che tu abbia mai visto, con quei capelli arruffati, gli occhi verdi di Scamarcio, i pantaloni larghi, le magliette con le facce dei Led Zeppeling.
Entri che ascolti i Lunapop, esci che hai scoperto Faber.
Entri che tutti i pomeriggi sei fissa davanti a “Dawson's Creek” ed esci che guardi Santoro.
Entri che quasi quasi voteresti Fini, esci che capisci di essere di sinistra, perciò, anche se Fini c'è ancora, non lo voteresti mai.
Entri che quando ci sono le assemblee ne approfitti per dormire, esci che non te ne perdi una.
Entri che vorresti andare in discoteca con gli altri ma i tuoi genitori non ti ci mandano ed esci che, ora che potresti andarci, non ti piace più.
Entri che studi perché devi farlo per non essere bocciato, esci che studi perché ti piace.