ROMA- In tempi di “magra” ci si sfoga sulle calorie. O, per meglio dire, in tempi di dura crisi economica ci si conforta mangiando cibi più calorici.
Almeno, questo è quanto emerso da uno studio di Juliano Laran dell’University of Miami School of Business Administation pubblicato sulla rivista Psychological Science.
Attraverso una serie di esperimenti Laran ha scoperto che quando l’uomo percepisce una situazione di avversità tende a preferire cibi più calorici e, soprattutto, a mangiarne di più. È probabilmente un meccanismo che usavano i nostri antenati per non rimanere ”a secco” quando dovevano affrontare periodi particolarmente scarsi di cibo.
In un primo esperimento gli esperti hanno confrontato la quantità di cibo consumata da volontari parte dei quali veniva influenzata da frasi che trasmettevano senso di incertezza e avversità. Agli altri venivano dette frasi emotivamente neutrali. Ebbene i primi hanno consumato in media il 40% di cibo in più. In un secondo esperimento gli esperti hanno imbrogliato il campione dicendo loro che dovevano assaggiare un nuovo tipo di caramelle al cioccolato e che dovevano dare un’opinione sul loro gusto.
Gli sperimentatori hanno riferito, nel primo caso, che i confettini erano fatti di cioccolato ipercalorico mentre nel secondo che invece erano di cioccolata a basso contenuto calorico. Hanno proposto i due tipi di cioccolatini (in realtà identici) al campione facendo loro ascoltare frasi che trasmettevano incertezza sul futuro e poi frasi neutrali. Nel primo caso i volontari hanno mangiato il 70% in più di confettini ad “alto contenuto calorico”, nel secondo caso non vi è stata differenza nella scelta tra i due tipi di caramelle al cioccolato. Anche se i confettini erano identici, i partecipanti, percependo una situazione di avversità, ne hanno mangiato di più solo perché le credevano più caloriche, segno, secondo gli esperti, che in tempi di crisi ci rivolgiamo a cibi con un più elevato contenuto calorico.