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In the quiet morning

Creato il 11 aprile 2014 da Aperturaastrappo
In the quiet morningTutto bianco, bruciato, vanno via il lavoro, il posto di gestore, va via la mia famiglia, via Mary Ann che in questo momento è in casa ad aspettarmi, via la nostra bellissima casa a Kew Gardens, Queens, e via i vicini che mi guardano agonizzante sulla strada, mentre mi trascino verso il portone augurandomi che quel porco non torni più – e invece tornerà a finire il lavoro iniziato, a prendersi ciò che è rimasto da prendere e noi a non capire la gravità della cosa 
e sputo per terra le particelle di sangue che confluiscono sulla lingua, che si moltiplicano dentro la bocca, sputo in faccia a tutti voi che mi state guardando morire come se fossi lo spettacolo macabro prima di andare a letto – non t’impicciare, dissi a mio marito, torna a letto e non t’impicciare – e il calore alla schiena intanto si allarga e più passa il tempo e più mi avvicino alla morte, e più penso che potrebbe essere diverso e mi allungo tra la strada e il marciapiede con gli occhi addosso di chi addosso non vuole avere colpa – non riuscii a vedere molto a causa di un albero che mille volte avevo chiesto di rimuovere e mille volte mi fu detto di no – e spero che le mie urla vi tornino in mente ogni volta che si avvicineranno le tre del mattino, ogni volta che penserete di trovarmi per strada io sarò per voi il binomio che siete stati per me: assenza e presenza – gli amanti che litigano alzano la voce, il verso di un gatto che scappa spaventato è simile all’urlo di una donna, chiunque avrebbe avuto difficoltà – e arrivo al portone senza avere la forza di sollevarmi, mi appoggio al pavimento inspirando polvere, neanche la voce mi serve più, e intanto spero che il tempo faccia in fretta e che siano immediatamente prima le quattro, le cinque e poi le sei, e spero che il sole non cancelli la verità della notte, e invece no, buio, sempre di più, e poi sportello di macchina e passi verso di me.Servirebbe a qualcosa essere Janis Joplin?
Federico Orlando


Il 13 marzo 1964 viene assassinata Catherine Susan Genovese (meglio conosciuta come Kitty Genovese) mentre tornava a casa dopo il lavoro. Gran parte dei suoi vicini di casa sentirono le urla o videro la scena ma nessuno fece niente per aiutarla. L'assassino, dopo essere scappato, tornò per abusare sessualmente di lei prima di ucciderla del tutto. Kitty rimase agonizzante per almeno mezz'ora. Il caso viene studiato in psicologia sociale per spiegare il fenomeno definito "diffusione di responsabilità" (o effetto bystander).Nel 1972 Joan Baez scrisse il testo della canzone "In the quiet morning" ispirandosi all'assassinio di Kitty Genovese, ma questo fu successivamente dedicato a Janis Joplin.


Joan Baez - In the quiet morning
In the quiet morning, there was much despairAnd in the hours that followed, no one could repairThat poor girl, tossed by the tides of misfortuneBarely here to tell her tale, rolled in on a sea of disasterRolled out on a mainline rail
She once walked tight at my side, I'm sure she walked by youHer striding steps could not deny, torment from a child who knew
That in the quiet morning, there would be despairAnd in the hours that followed, no one could repairThat poor girl, she cried out her song so loudIt was heard the whole world round, a symphony of violenceThe great southwest unbound





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