Magazine Cinema
Ci troviamo di fronte ad un esemplare di cinema sensoriale, un modello disorientante a priori visto che nella settima arte siamo abituati a subire la letteralità dell’opera stessa che ci spiega, che ci parla tramite coordinate condivise e codificate. In the Woods al contrario comunica con un altro alfabeto, che ovviamente non ha lettere (non per niente i dialoghi sono azzerati), e che si esprime (o almeno ci prova) con l’Immagine cercando tramite essa di tradurre le impressioni (leggi sensazioni, leggi sentimenti) dei tre giovani, inoltre riconducendo ogni loro azione ad un perenne confronto con la natura fornisce uno sfondo di disarmante astrazione dove ogni situazione, ogni gesto, si sospende dalla realtà [1]. Il percorso di trasmissione con chi guarda è complicato perché annebbiato da una moltitudine di eventi che la nostra razionalità respinge con tutta la forza che ha (e fin da subito: l’esplosione, perché?), parimenti diventa difficile non notare che il nucleo del film ha un’aggressività, ma neanche, direi quasi una bestialità che perlomeno dà da pensare; probabilmente un ménageà troisdel genere ha avuto pochi predecessori sul grande schermo, la tendenza che il film ha di muoversi verso un erotismo ferino e primordiale, senza compiacimento nonostante vi siano eiaculazioni e fellatio in bella vista, è un movimento teorico che si sente, che struttura la pellicola, che la rende meno insensata di quanto possa sembrare, e il continuo respingersi/attrarsi della triade lo si vive con l’illogicità di un’adolescenza incosciente, smarrita, confusa, perché il film di Frantzis è nel suo caos espositivo un film di formazione, e come tutti i film appartenenti alla categoria abbraccia dentro di sé le convulsioni dell’identità (sessuale e non) informe, gli infatuamenti altalenanti e nevrotici, fino al momento della Crescita, acme di non ritorno che il regista avviluppa nella carne, nell’unione di tre esseri che vanno a costituire un’unica entità.
È nell’esporre una maturazione trafitta dal turbamento che Mesa sto dasos acquista configurazione, e lo fa portando avanti una politica stilistica di strenua militanza dove il digitale diventa la tempera adatta per inchiostrare il mondo a latere che violenta l’occhio, e se è vero che è consigliabile ingerire un antiemetico a causa degli imperterriti spasmi visivi, affiora comunque per il sottoscritto una consapevolezza nel girare da parte di Frantzis che lo eleva dall’apparenza del “filmetto amatoriale”: c’è un montaggio oculato che scombina la dimensione temporale, ci sono delle scene potenti (due buchi (… metafora?): uno nella terra e l’altro nella roccia a strapiombo sul mare cristallino), c’è un’idea di base, piaccia o meno, sovversiva.Per fare degli improbabili accostamenti è possibile vedere Mesa sto dasos come un The Blair Witch Project(1999) senza ammiccamenti e senza strega, oppure un Un lac (2008) di un Grandrieux alle prime armi con scarsi mezzi a disposizione, o ancora un Antichrist (2009) in scala ultraridotta che ripropone a modo suo il maligno triangolo erotico Uomo-Donna-Natura. Il pasticcio è sempre dietro l’angolo, se però ci fosse qualcuno che davvero se ne intende di cinema e che avesse voglia di apporre il proprio microscopio su questo film allora potrebbe nascerne un caso.____[1] In questa intervista (link) Frantzis descrive In the Woods come un film per bambini che sfortunatamente può essere visto soltanto dagli adulti.
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Da Bellini a Tiepolo. Capolavori dell’Accademia dei Concordi
Bard (Valle D'Aosta) - Dal 20 giugno all'8 novembre 2015 al Forte di Bard si terrà la mostra-evento Da Bellini a Tiepolo. Capolavori dell'Accademia dei Concordi... Leggere il seguito
Da Fasterboy
ARTE, CULTURA -
Maurizio Giammarco quartet (con D. Rea, F. Di Castri, R. Gatto): Precisione dell...
Rovistando fra le pile di vecchi LP mi è capitato fra le mani questo album acquistato più di 30 anni fa e che da tempo non avevo più riascoltato. Leggere il seguito
Da Gerovijazz
CULTURA, JAZZ / BLUES, MUSICA -
Intervista a Michela Belli
Buongiorno Michela e benvenuta nel nostro Blog. Ti va di presentarti al nostro pubblico? Pronti per una presentazione in pieno stile alcolisti anonimi? Salve,... Leggere il seguito
Da Soleeluna
CULTURA, LIBRI -
Berlin Calling di Hannes Stoehr. 2008
Ci sono dipendenze buone e dipendenze cattive, e se quella da droga può distruggerti, la fame di vita, di amore, di musica e in definitiva di Arte, può... Leggere il seguito
Da Barbara2011
CINEMA -
[Rubrica] TeenReview#7
Salve a tutti lettori, buon giovedi! Oggi vi recensirò una delle mie ultime letture: “Half Bad” primo della trilogia “Half Life” di Sally Green, pubblicato dall... Leggere il seguito
Da Lafenicebook
CULTURA, LIBRI -
Pitza e datteri
Anno: 2015Durata: 92'Distribuzione: BoleroGenere: CommediaNazionalita: ItaliaRegia: Fariborz KamkariData di uscita: 28-June-2015Già autore del drammatico I fior... Leggere il seguito
Da Taxi Drivers
CINEMA, CULTURA