Ancora Danny Boyle. Quando si capita su questo regista, possiamo star certi che qualcosa ti lascia e solitamente è qualcosa di positivo. Sono pochi i suoi passi falsi, pur spaziando da un genere all'altro e non avendone uno da definire propriamente come suo. Ma non è difficile riconoscere il suo stile e la sua tecnica anche qui dentro, un thriller psicologico, formato da numerosi intrecci di trama, rompicapo, flashback e repentini colpi di scena. Il tema, anzi lo strumento, utilizzato per catturare la curiosità dello spettatore è l'ipnosi. Questa porta con sè tutto il suo fascino, ma anche i suoi limiti strutturali, tanto che la storia è per molti tratti soffocante, ingabbia gli attori che hanno il compito, per nulla velato, di confonderti. La spaziosità di manovra non è così ampia, come avrei sperato e gli indizi lasciati qua e là come briciole finiscono per rivelarti una parte del finale in anticipo. Insomma, la trama ha alcuni punti deboli, ma Boyle riesce a farli sembrare poco importanti, li sorvola e passa ad altro. E davvero, lo sa fare bene. perchè potrà pure esserci lo spettatore che (non si sa come mai) non sia catturato dall'espediente psicoanalitico, ma desidera arrivare giustamente fino in fondo. Inoltre il regista britannico non la tira per le lunghe, la durata della pellicola è quella giusta, così come i vari atti che la compongono. Anche se stai per arrivarci, lui ti mostra ogni soluzione con una buona cadenza ritmica coadiuvata da ottime immagini ed una buona colonna sonora. Anche il cast è egregio: James McAvoy è un ottimo soggetto principale, turbato e sprovveduto, ed allo stesso tempo convincente. Rosario Dawson poi non si limita a fare la bella di turno, la sua recita comanda l'azione ed è la chiave della sceneggiatura. Da sottolineare il suo nudo integrale frontale con la passera depilata in bella mostra: per i meno interessati al film, solo questo varrebbe il prezzo del biglietto. Per ultimo abbiamo un Vincent Cassel che non necessita di presentazioni ed ha un personaggio ritagliato appositamente per lui. Un po' forzato il suo coinvolgimento nella seconda parte, ma non poteva essere una semplice comparsa. Quindi nonostante alcune debolezze sulla trama (passabili) è un film che si fa apprezzare molto, per diversi punti di vista. Una nuova esperienza per Boyle che continua la sua sperimentazione dei generi.
Ancora Danny Boyle. Quando si capita su questo regista, possiamo star certi che qualcosa ti lascia e solitamente è qualcosa di positivo. Sono pochi i suoi passi falsi, pur spaziando da un genere all'altro e non avendone uno da definire propriamente come suo. Ma non è difficile riconoscere il suo stile e la sua tecnica anche qui dentro, un thriller psicologico, formato da numerosi intrecci di trama, rompicapo, flashback e repentini colpi di scena. Il tema, anzi lo strumento, utilizzato per catturare la curiosità dello spettatore è l'ipnosi. Questa porta con sè tutto il suo fascino, ma anche i suoi limiti strutturali, tanto che la storia è per molti tratti soffocante, ingabbia gli attori che hanno il compito, per nulla velato, di confonderti. La spaziosità di manovra non è così ampia, come avrei sperato e gli indizi lasciati qua e là come briciole finiscono per rivelarti una parte del finale in anticipo. Insomma, la trama ha alcuni punti deboli, ma Boyle riesce a farli sembrare poco importanti, li sorvola e passa ad altro. E davvero, lo sa fare bene. perchè potrà pure esserci lo spettatore che (non si sa come mai) non sia catturato dall'espediente psicoanalitico, ma desidera arrivare giustamente fino in fondo. Inoltre il regista britannico non la tira per le lunghe, la durata della pellicola è quella giusta, così come i vari atti che la compongono. Anche se stai per arrivarci, lui ti mostra ogni soluzione con una buona cadenza ritmica coadiuvata da ottime immagini ed una buona colonna sonora. Anche il cast è egregio: James McAvoy è un ottimo soggetto principale, turbato e sprovveduto, ed allo stesso tempo convincente. Rosario Dawson poi non si limita a fare la bella di turno, la sua recita comanda l'azione ed è la chiave della sceneggiatura. Da sottolineare il suo nudo integrale frontale con la passera depilata in bella mostra: per i meno interessati al film, solo questo varrebbe il prezzo del biglietto. Per ultimo abbiamo un Vincent Cassel che non necessita di presentazioni ed ha un personaggio ritagliato appositamente per lui. Un po' forzato il suo coinvolgimento nella seconda parte, ma non poteva essere una semplice comparsa. Quindi nonostante alcune debolezze sulla trama (passabili) è un film che si fa apprezzare molto, per diversi punti di vista. Una nuova esperienza per Boyle che continua la sua sperimentazione dei generi.
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