Leggendo La Repubblica online veniamo apprendiamo una storia paradossale, un docente invitato ad intervenire sui diritti dei migranti, per la Summer School della facoltà di Scienze politiche di Genova, non ha ottenuto il visto. Si tratta dell’illustre professor Bchir è rimasto bloccato in Tunisia. L’ambasciata italiana di Tunisi non gli ha concesso il visto, nonostante la facoltà di Scienze Politiche genovese avesse già inviato il biglietto pagato da Monastir a Genova. Sembra essere proprio un paradosso anche perchè il tema della prima organizzata dall’Università Emuni (l’università dell’Europa Mediterranea, con sede in Slovenia) ha come titolo ”La tutela dei diritti civili e i diritti dei migranti nella cooperazione mediterranea”.
Cavilli burocratici, avrebbe dichiarato il professore e da quanto si legge sulla Repubblica Maria Grazia Palumbo, l’organizzatrice del seminario, avrebbe raccontato che “ Il numero per prendere l’appuntamento per il visto – non rispondeva mai: l’11 luglio Bchir si è recato di persona a Tunisi dove ha dimostrato che il numero non rispondeva”. Il racconto della professoressa Palumbo, sulle pagine della Repubblica prosegue e, l’odissea del docente tunisino sa di “tragico, infatti , persino il consolato avrebbe confermato che il numero di telefono per i visti è bloccato a causa delle numerose richieste di libici. Secondo quanto è emerso la priorità sarebbe quella di rilasciare i visti per l’Italia a “ricchi libici” e, il passaporto del professore aggiornato nel 2008 non era più considerato attendibile. Bchir, si legge sulla Repubblica, invierà comunque il suo intervento che sarà letto lunedì ai partecipanti del seminario.
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