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“In un amore felice” di Guido Ceronetti

Creato il 12 ottobre 2011 da Sulromanzo

“In un amore felice” di Guido Ceronetti“In un amore felice”, di Guido Ceronetti, è un romanzo dalle atmosfere surreali, costruite ad arte per catapultare il lettore in un contesto straniante, libero da condizionamenti spazio-temporali (lo fa notare lo stesso autore, quando specifica che non vuole fornire coordinate precise proprio per non imbrigliare il lettore in una gabbia che ne condizionerebbe l’interpretazione del testo), un contesto in bilico tra cruda realtà e la più sfrenata fantasia, dove tutto può succedere, ma nulla accade per caso.

Nel “disegnare” la sua opera – il verbo “disegnare”, infatti, è quello ce ritengo più appropriato a caratterizzare un’opera fortemente visiva, in cui immagini e colori risaltano nel panorama di un’italietta scialba, ancora in bianco e nero, apatica e credulona – Ceronetti parte da una constatazione apparentemente ovvia, incontestabile, su cui in molti tra filosofi e scrittori (ma anche gente comune) hanno messo l’accento: quando si parla di amore, cioè, generalmente si parla di affanno, tormento, passione, ossessione, forza, irrazionalità e chi più ne ha più ne metta… Insomma, l’amore viene accostato a una miriade di emozioni, di condizioni mentali e corporali, tranne forse quella che gli sarebbe più congeniale: la felicità.

Del resto non occorre essere particolarmente eruditi per accorgersi della verità di tale costatazione, basta attingere al patrimonio di cultura popolare, all’opinione comune, partendo dai testi delle canzoni di tutti i tempi per andare a finire alle odierne fiction e soap-opera: non c’à amore che si rispetti che non sia almeno in parte infelice e tormentato; ergo, l’amore sta alla felicità come un Pokemon alla cultura. E invece Ceronetti, con questo romanzo, intende smontare tale atavica convinzione, mostrandoci l’amore tra la venticinquenne Ada e il settantenne Aris, un amore felice nonostante i presupposti (il divario anagrafico ed esistenziale), una società bigotta e un ambiente sfavorevole (una città indefinita, buia e sinistra), e nonostante entrambi i protagonisti portino con sé un fardello pesante, quello di un passato segnato da traumi di diversa natura, che lascio al lettore il piacere di scoprire.

Ada e Aris, sfidando le apparenze – che li vedono più simili a un padre e a una figlia che non a una coppia, come molta gente fa notare loro – e il conformismo, riescono a creare un rapporto basato sulla fiducia e il sostegno reciproco, un legame commovente, dalla natura così solida che a scalfirla non basterà né l’occasionale scappatella di lui, né tanto meno una schiera di creature extraterresti che minaccia il mondo. Al contrario, ogni prova da superare insieme rinsalderà un rapporto che il lettore non può non guardare con favore, commosso e ammaliato dalla tenacia dei due protagonisti, dalla loro perseveranza e da tutte quelle piccole cose che rendono evidente il loro amore senza drammi.

Ma “In un amore felice” è molto più di una storia d’amore; è un romanzo d’introspezione, quasi di formazione, nonostante i protagonisti siano decisamente in avanti con gli anni. È poi un esperimento di fantascienza, una miscela esplosiva di fantasia e immagini che tiene avvinto a sé il lettore, portando nel quotidiano quel pizzico di mistero cui la nostra epoca iper-tecnologica non è più abituata.

L’autore catapulta il lettore in un mondo fantastico, fornendogli la chiave per imparare, se non a essere più felice, almeno a prendere la vita con un po’ più di filosofia, trasformandola da potenziale tragedia in commedia. Che dire, infine, della scrittura di Ceronetti? Limpida, fluida, evocativa: questi e molti altri termini simili userei per definire un autore particolarissimo, che per me è stato una vera e propria scoperta.

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