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In un video l’umiliazione dei referendum sull’acqua pubblica

Creato il 29 novembre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Ecco che fine ha fatto il referendum già a settembre in Parlamento, pochi mesi dopo il voto a larghissima maggioranza. Questo Parlamento, come dimostra il video, è subito intervenuto dopo l’estate per tutelare gli interessi privati. A bollette salate, società private o pubblico-private, e in provincia di Agrigento l’acqua neanche arriva l’acqua. La società Girgenti Acque (che deteneva il record assoluto nazionale sulle tariffe più alte l’anno scorso, oggi superata da Arezzo in una gara senza fine) non risponde nemmeno, i cittadini comprano l’acqua dalle autobotti. Non ci sono più neanche le fontanelle. In Toscana le privatizzazioni risalgono a dieci anni fa, nel nome dell’efficienza, e le bollette sono diventate troppo alte. Se l’accesso all’acqua non è garantito a tutti e i prezzi sono sempre più alti, con remunerazioni del 20% o più per i privati, in tempo di crisi l’effetto è facile da immaginare. E la dignità del voto dato a larga maggioranza per l’acqua pubblica senza remunerazione del capitale investito? Umiliata. Ed era un voto non di parte, ma realmente assai trasversale. In provincia di Cremona il braccio di ferro tra referendari e sostenitori dell’ingresso del privato nella gestione,  e con remunerazione del 20% del capitale investito, si fa sempre più duro. I gioco i 370 milioni del Piano d’ambito, che, così com’è, con molte opere in programma e circa cento depuratori di piccole frazioni o Comuni da realizzare, fa gola e molto alle multinazionali francesi (Veolia, GdF Suez).


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