Magazine Cinema

In viaggio con Cecilia

Creato il 17 marzo 2014 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

in-viaggio-con-cecilia

Anno: 2013

Distribuzione: n. d.

Durata: 74′

Genere: Documentario

Nazionalità: Italia

Regia: Mariangela Barbanente, Cecilia Mangini

La Cecilia di In viaggio con Cecilia è la signora Mangini, una presenza miliare, fondamentale per il cinema italiano. Donna regista negli anni ’60, caso più unico che raro, e soprattutto documentarista che ha raccontato l’evoluzione della società in senso critico, tra società industriale, condizione femminile e progressismo. 87 enne, Mangini torna con Mariangela Barbanente in Puglia e dal loro viaggio nasce un film bello e militante.

Nell’estate del 2012 Barbanente e Mangini cominciano un viaggio on the road per capire com’è cambiata la Puglia, loro terra d’origine, che era stata oggetto di una serie di documentari realizzati dalla Mangini negli anni Sessanta. Durante la stessa estate, un giudice ammette che la città di Taranto è in ostaggio dell’inquinamento dell’acciaieria ILVA e per tale motivo ordina l’arresto del proprietario Emilio Riva. Da qui nasce il film, co-firmato dalle due documentariste, una riflessione sui tarantini, sul loro modo di reagire alla condizione della città, specchio dell’Italia in quanto suo “tallone”, e in filigrana sul cinema di Mangini.

Le due registe, in una sorta di on the road, viaggiano dentro la città, nei suoi luoghi principali raccontandosi e raccontando il luogo, e mentre intervistano operai dell’ILVA fuoriusciti dalla fabbrica per salvarsi, medici oncologi, associazioni che si battono per salvare Taranto e i cittadini, ma soprattutto per svegliarne le coscienze, guardano le immagini di Taranto che tra i ’60 e i ’70 Mangini riprendeva in film come Essere donne e Brindisi ’66, le persone di allora e di oggi, e cercano di capire se e come la città si è evoluta.

Ne esce fuori un documentario militante, schierato giustamente dalla parte dei lavoratori contro gli industriali che hanno ucciso una città e la politica che se non era collusa, si è disinteressata, in cui il vero male non è il cancro che pare divorare una popolazione, ma la sua apatia, l’inerzia e la rassegnazione di giovani che preferiscono passeggiare e ballare, piuttosto che gridare la loro rabbia, anche sporcando i muri. Lo sguardo di Mangini è lucido anche davanti alla macchina da presa, oggi come allora, e Barbanente ha l’intelligenza di renderlo semplice nella struttura e nella resa formale, ma acuto nel discorso. Perché le parole e le immagini hanno bisogno di evidenze, più che di spiegazioni.

Emanuele Rauco


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :