Il giovane Aaron Green lavora per la prestigiosa casa discografica Pinnacle Records di Los Angeles e conduce una vita tranquilla insieme alla fidanzata, aspirante medico, Daphne.
Un giorno, per aumentare il fatturato dell’azienda, il suo capo organizza un concerto commemorativo per il decennale del fortunato album d’esordio degli Infant Sorrow e del loro frontman, la rockstar inglese Aldous Snow.
Snow ha imboccato un periodo nero dopo la pubblicazione del singolo African Child, definito come la terza piaga della popolazione di colore dopo l’AIDS e l’Aparthaid e, a complicare le cose, ci si mette la rottura con la storica fidanzata e popstar Jackie Q.
Il giovane Aaron dovrà scortare l’irrequieto musicista dalla fredda Londra all’assolata Los Angeles dove questi dovrà esibirsi di fronte a centinaia di migliaia di fans.
All’inizio del film è preponderante la presenza del clichè giovane sfigato che conosce il proprio idolo poichè Aaron, che ha le fattezze di Jonah Hill (già visto in 40 anni vergine, SuxBad, Forgetting Sarah Marshall e Dewey Cox), è in realtà un fan sfegatato di Aldous Snow, interpretato dal poliedrico Russel Brand (una specie di star inglese universalmente noto dopo il matrimonio con la pop singer Katy Perry).
La noia però lascia il posto quasi immediatamente ad un copione già visto ma proposto con una genialità e un’ironia decisamente godibili: a parte Aaron, infatti, tutti gli altri personaggi sono la caricatura di loro stessi o, per meglio dire, trasfigurano la realtà dell’attuale mondo della musica.
Il produttore vuole fare soldi sfruttando il canto del cigno della carriera di un artista in declino che, disintossicatosi da alcool e stupefacenti, non ha potuto evitare il divorzio dalla compagna, anch’essa cantante ma più produttiva ( vedere i video in cui appare seminuda ed ammiccante cantando orribili canzoncine porno a tal proposito).
Aldous e Jackie sembrano la caricatura cinematografica di Russell e Katy: l’uno è una star inglese mezzo cantante, mezzo attore e tutto strafatto mentre lei vende milioni di dischi sparando fuochi d’artificio dai capezzoli dopo aver baciato, ed essersi gloriata di averlo fatto, una ragazza e aver duettato con Snoop Dogg (Ma perchè??).
Peccato per il risvolto patetico-emotivo del finale che va a rovinare, in parte, una commedia tagliente che mette a nudo la crudezza e la limitatezza del mondo della musica sopra, e dietro al palcoscenico.
Rimane tuttavia un film da vedere con alcuni spezzoni divertentissimi anche se forzatamente goliardici.