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In viaggio sei improvvisatore o programmatore?

Creato il 30 ottobre 2014 da Clamore79

Tutto è partito quando Martina di Pimpmytrip qualche settimana fa ha lanciato una riflessione interessante chiedendo: in viaggio sei pianificatore o improvvisatore? Dopo pochissimo è arrivato il post di risposta di Elisa di Tripvillage, di Federica di Viaggi e Delizie, di Martina di Martinaway e di molti altri.
E io? Beh, la risposta mi è parsa subito chiara, non ho nemmeno dovuto pensarci un attimo. Oggi finalmente mi sono decisa a raccontare come la vedo io, anche in vista di quello che mi aspetta presto, tra meno di due settimane.
Io sto con gli "improvvisatori". Le pianificazioni non mi sono mai andate molto a genio e viaggio dopo viaggio mi sono accorta che questo mio lato un po' ribelle e anticonformista andava definendosi. Intendiamoci, non sono un'incosciente e non vado a cercarmi il rischio, non mi lancio in un paese che non conosco senza un minimo di accortezza e di organizzazione a priori, ma si tratta sempre e solo di un'organizzazione basica.
In viaggio sei improvvisatore o programmatore?
Non potrei mai partire senza un'assicurazione di viaggio, una buona guida e il minimo indispensabile di farmacia da viaggio (ma solo il minimo indispensabile). In genere non arrivo mai in un luogo senza avere almeno la prenotazione per la prima notte e sempre con almeno una bozza di itinerario in testa, dettata sulla base delle mie ispirazioni e delle mie sensazioni. Ma l'itinerario non lo studio a tavolino.
Anzi, se si tratta di partire per un weekend in una città la bozza di itinerario non la pianifico proprio. Mi piace decidere al momento, direttamente sul posto, attimo per attimo cosa fare e dove andare. Ultimamente ho la grande fortuna (per molti sfortuna) di viaggiare sola e questo ben si presta a una logica improvvisatrice: potendo scegliere in completa autonomia, mi permetto il lusso di non programmare proprio nulla. 
Magari comincio la giornata pensando "Questa mattina vado a vedere il quartiere x e y" poi lungo il percorso mi imbatto in z, che mi piace talmente tanto che ci resto magari tutta la mattina e così stravolgo l'idea di partenza. E poi mi chiedo: come si fa a programmare gli spostamenti esatti, gli orari, le attrazioni da vedere in una città in cui non abbiamo ancora messo piede, in cui non sappiamo esattamente come siano le distanze e le modalità per spostarsi?
Mi piace improvvisare perché mi piace essere trasportata dalla curiosità e dalle sensazioni del momento. Se mi ispira prendere la strada a destra lo faccio, anche se non so dove conduce, perché spesso il sesto senso ha ragione e ci porta a fare belle scoperte. Mi piace improvvisare perché mi piace cogliere l'attimo della vita e vivere ogni singolo istante come meglio posso, a maggior ragione se mi trovo in vacanza e non ho regole e vincoli da rispettare.
Anche perché il viaggio è l'apoteosi – almeno per come lo vedo io – della libertà. In viaggio si deve essere rilassati e genuini, permettersi di fare quello che si preferisce, senza obblighi, senza imposizioni, senza un copione già scritto.
Quella dell'improvvisazione è diventata ultimamente un po' non solo la mia indole di viaggio in quanto la sto applicando a tutta la mia vita. Stufa delle regole imposte dalla società e dal proprio senso di colpa, ho mollato il lavoro per regalarmi tempo, per regalarmi la libertà, per rimettermi in gioco e provare a fare quello che mi piace davvero: scrivere e viaggiare.
C'è da dire parlando di improvvisazione vs pianificazione mi sono sentita particolarmente tirata in causa per il tipo di viaggio che mi appresto a fare. Tra poco meno di due settimane parto sola, io e il mio zaino, destinazione Thailandia, Laos, Vietnam e poi si vedrà... una bozza di itinerario c'è (anche se in effetti solo per la prima parte del viaggio) ma poi lascerò fare al caso e alle mie emozioni. Di tempo ne ho, di entusiasmo anche, tutto il resto verrà da sé.
E voi? Vi sentite più improvvisatori o pianificatori? Ditemi come la pensate!

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