Amo i viaggi itineranti, che mi lasciano vedere il cielo, i prati, gli alberi e respirare l’aria di ognidiversa località. Proprio per questo detesto quelli che Marc Augé definisce i nonluoghi perfettamente identificati negli aereoporti: flussi di persone ammassate in file infinite, volti anonimi che si susseguono, annullamento della particolarità grazie ai “duty free” che ripetono i loro banali prodotti come copia-incolla in ogni parte del mondo. Avere un itinerario mobile invece regala sorprese inaspettate, come questo luogo incantato più che denso di storia trovato a Mâcon, in Borgogna.
Spero mi scuserete per le poche foto, ma una certa cipriaretroista era troppo impegnata ad ammirare e a toccare (sì, qui si può!) preziosi cristalli, tazzine di porcellana, antiche latte e milioni di tesori. Non vi fate intimorire dall’aspetto polveroso: è proprio in questi posticini che si trova il meglio!