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In volata verso l’aldilà

Da Danielevecchiotti @danivecchiotti

biciIncapace di resistere al richiamo di un qualunque evento che preveda l’impilare selvaggio di ogni genere di tomo rilegato o in brossura, non ho potuto fare a meno di volare ad Anversa per passare qualche ora nei padiglioni di “Boeken Beurs”, dodici giorni di Fiera del Libro in uno dei paesi europei che più vanta lettori e consumatori di carta stampata.

Ma se per caso doveste notare un brusco interrompersi del blog, non pensiate che io sia stato rapito da qualche magnate dell’industria editoriale belga innamoratosi dei miei romanzi, né tantomeno che tutto questo girovagare per happening librari mi abbia fatto venire (come naturale) una tale nausea della scrittura e del marketing editoriale da impedirmi di pubblicare anche un solo rigo.

No no.. molto semplicemente, se dovessi sparire in questi giorni, la ragione starà nel fatto che, proprio in occasione della festività dei morti, anch’io sarò passato a miglior vita.

In una decina di ore fino a questo momento spese nelle Fiandre, ho infatti già rischiato di finire all’altro mondo almeno sei-sette volte, e oltretutto di farlo nel meno nobile e più ridicolo dei modi, vale a dire facendomi metter sotto da una bicicletta.

Il problema è che qui la due ruote a pedali è il mezzo di trasporto più popolare, ragione per cui le piste ciclabili spaccano in due i marciapiedi, fendono le zone pedonali, e uno come me, nato e cresciuto nel saliscendi delle colline liguri, dove persino le più avvvenieristiche e leggere mountain bike sono improponibili per il traffico cittadino, continua a dimenticarsi di rispettare le zone dedicate. Il risultato è che ogni dieci passi mi trovo sulle spalle e tra le cosce uno di questi Moser fiamminghi (spesso nonnine di settant’anni che hanno nei polpacci la stessa energia di Michele Scarpon) per niente intenzionati a rallentare o a cedere il passo visto che sono io ad invadere la loro corsia.

Se ci aggiungete l’aggravante che ogni tanto, quando sono un po’ assordato dal troppo silenzio tipico di chi viaggia in solitudine, cammino per le strade con le cuffie dell’ipod nelle orecchie, e che pertanto non sento nemmeno lo scampanellare di chi chiede disperatamente strada ma certo non è disposto a rallentare, capite bene quanto aumentino le mie chance di fare rimanere ucciso da una graziella, fatto fuori con un colpo di carter, triturato dai raggi di una ruota. In volata verso l’aldilà.

Tag:  viaggiatore solitario

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