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Inaugurazione statua dedicata a Emilio Salgari

Creato il 13 ottobre 2015 da Dismappa

Inaugurazione statua dedicata a Emilio Salgari

Emilio Carlo Giuseppe Maria Salgàri ( Verona, 21 agosto 1862 - Torino, 25 aprile 1911) è stato uno scrittore italiano di romanzi d'avventura molto popolari. Autore straordinariamente prolifico, è ricordato soprattutto per essere il "padre" di Sandokan, del ciclo dei pirati della Malesia e quello dei corsari delle Antille. Scrisse anche romanzi storici, come Cartagine in fiamme, e diverse storie fantastiche, come Le meraviglie del Duemila in cui prefigura la società attuale a distanza di un secolo, un romanzo scientifico precursore della fantascienza in Italia. Molte sue opere hanno avuto trasposizioni cinematografiche e televisive.

I primi anni

Nacque a Verona nel 1862 da madre veneziana, Luigia Gradara, e padre veronese, Luigi Salgari, commerciante di tessuti presso Porta Borsari a Verona e fu battezzato il 7 settembre nella chiesa di S. Eufemia. Crebbe poi in Valpolicella, nel comune di Negrar, in frazione Tomenighe di Sotto, poi abbandonata per trasferirsi nell'attuale "Ca' Salgàri".

A partire dal 1878 studiò poi al Regio Istituto Tecnico e Nautico "Paolo Sarpi" di Venezia, ma non arrivò mai ad essere capitano di marina come avrebbe voluto. Abbandonati gli studi al secondo corso nel 1881 tornò a Verona per intraprendere l'attività giornalistica.

Salgari esordì come scrittore nelle appendici dei giornali. La sua prima opera pubblicata fu un racconto, I selvaggi della Papuasia, scritto all'età di vent'anni e pubblicato in quattro puntate sul settimanale milanese e firmato con la sigla S.E. Nel 1883, tra il 15 settembre e il 12 ottobre, pubblicò a puntate sul giornale veronese La nuova Arena il romanzo Tay-See (riedito poi in volume col titolo La Rosa del Dong-Giang nel 1897), quindi sullo stesso giornale il romanzo La tigre della Malesia (riedito come Le tigri di Mompracem), che riscosse un notevole successo, ma non ne ebbe alcun ritorno economico significativo, seguito a breve distanza daLa favorita del Mahdi (1883-1884), scritto otto anni prima. Sempre nel 1883 divenne redattore del giornale stesso. Svolse un'intensa attività con gli pseudonimi Ammiragliador ed Emilius. Due anni dopo diventò redattore de . Il 25 settembre 1885 arrivò anche a sfidare a duello un collega del quotidiano rivale .

Inaugurazione statua dedicata a Emilio Salgari

Nel 1887 morì la madre, mentre il 27 novembre 1889 vi fu il suicidio del padre: credendosi malato di una malattia incurabile, Luigi Salgari si gettò dalla finestra della casa di alcuni parenti. Qualche anno dopo, il 30 gennaio 1892, Emilio sposò Ida Peruzzi, un'attrice di teatro. Dopo la nascita della figlia primogenita Fatima, i Salgari decisero di trasferirsi in Piemonte, dove Emilio aveva trovato un contratto con l'editore Speirani. Stabilitisi inizialmente a Ivrea nel 1894, vissero poi nella quiete canavesana delle case di piazza Pinelli a Cuorgnè e della vicina Alpette..

Dal 1898 la famiglia si trasferì definitivamente in corso Casale 205 a Torino. Da qui Salgari poteva facilmente raggiungere in tram la Biblioteca Civica Centrale, dove trovava mappe e racconti di viaggi esotici che costituivano la base e lo spunto per le sue storie. Tra il 1892 e il 1898 pubblicò circa una trentina di opere. Nel solo triennio 1894-1896, sempre con Speirani, pubblicò ben cinque titoli: Il tesoro del presidente del Paraguay,Le novelle marinaresche di Mastro Catrame, Il re della montagna, Attraverso l'Atlantico in pallone e I naufragatori dell'Oregon. Il motivo di tutto questo lavoro erano i debiti che Salgari continuava ad accumulare, e infatti nel 1896 lo scrittore firmò un altro contratto con l'editore genovese Donath e nel 1906 anche con il torinese Bemporad.

Il 3 aprile 1897, su proposta della regina d'Italia Margherita di Savoia, Salgari venne insignito dalla Real Casa del titolo di "Cavaliere dell' Ordine della Corona d'Italia". Ciononostante la sua situazione economica non migliorò, anzi a partire dal 1903 - quando la moglie iniziò a dare segni di follia - si moltiplicarono i debiti che fu costretto a contrarre per poter pagare le cure. Nel 1910 la salute mentale della donna peggiorò ulteriormente e nel 1911 dovette entrare in manicomio.

Inaugurazione statua dedicata a Emilio Salgari

" A voi che vi siete arricchiti con la mia pelle, mantenendo me e la mia famiglia in una continua semi-miseria od anche di più, chiedo solo che per compenso dei guadagni che vi ho dati pensiate ai miei funerali. Vi saluto spezzando la penna. "

I contratti obbligarono Salgàri a scrivere tre libri l'anno e per mantenere quei ritmi fu costretto a scrivere tre pagine al giorno. Scriveva fumando un centinaio di sigarette al giorno e bevendo vino marsala. Inoltre, dirigeva contemporaneamente un periodico di viaggi. Più che un problema di sottocompensi in proporzione alla mole di lavoro il suo esaurimento nervoso fu dovuto soprattutto alla fatica e alla stanchezza. Non solo non guadagnava, ma non era nemmeno considerato dai circoli letterari dell'epoca, ultimo smacco alla sua dignità. All'amico pittore Gamba scriveva nel 1909:

" La professione dello scrittore dovrebbe essere piena di soddisfazioni morali e materiali. Io invece sono inchiodato al mio tavolo per molte ore al giorno ed alcune delle notte, e quando riposo sono in biblioteca per documentarmi. Debbo scrivere a tutto vapore cartelle su cartelle, e subito spedire agli editori, senza aver avuto il tempo di rileggere e correggere. "

Finché i suoi nervi non cedettero. A ciò si aggiunse la nostalgia della moglie, ricoverata da mesi in manicomio. Stressato e umiliato, rimase da solo e con i figli da accudire. Sempre più depresso, nel 1909 tentò per la prima volta il suicidio, gettandosi sopra una spada, ma venne salvato in tempo dalla figlia Fatima. Poi, l'ultima intervista, quella di un giornalista, tal Antonio Casulli, inviato de Il Mattino di Napoli, che incontrò Salgari nel dicembre 1910, e che anni più tardi dichiarerà di aver respirato nella loro casa un'atmosfera come minimo triste e malinconica.

Infine, la tragedia: la mattina di martedì 25 aprile del 1911 Salgàri lasciò sul tavolo tre lettere e uscì dalla sua casa prendendo il suo solito tram con in tasca un rasoio. Le lettere erano indirizzate ai figli, ai direttori di giornali, ai suoi editori.

Ai figli Omar, Nadir, Romero e Fatima scrisse:

" Sono un vinto: non vi lascio che 150 lire, più un credito di altre 600 che incasserete dalla signora... "

Li avvertiva poi dove avrebbero potuto trovare il suo cadavere, in uno dei "burroncelli" del bosco di Val San Martino, sopra la chiesetta della Madonna del Pilone, la zona collinare che sovrasta il corso Casale di Torino dove con la famiglia andava solitamente a fare i pic-nic; la zona esatta è quella del parco di Villa Rey, dove attualmente si trova l'omonimo campeggio. Ma a trovarlo, per caso, fu invece una lavandaia ventiseienne, andata nel bosco per fare legna, tal Luigia Quirico. Il corpo di Salgàri aveva la gola e il ventre squarciati in modo atroce. In mano stringeva ancora il rasoio. Si uccise come avrebbe potuto uccidersi uno dei suoi personaggi, facendo , con gli occhi rivolti al sole che si leva. I suoi funerali avvennero al Parco del Valentino, ma passarono inosservati perché in quei giorni Torino era impegnata con l'imminente festa del 50° Anniversario dell'Unità d'Italia. La sua tomba, con dedica, fu traslata nel famedio del Cimitero Monumentale di Verona.

Altre tragedie colpirono successivamente anche la moglie e i figli dello scrittore: nel 1914 Fatima, giovanissima, rimase vittima della tubercolosi, mentre nel 1922 la moglie Ida morì in manicomio. Nel 1931 fu di nuovo il suicidio la causa della morte dell'altro figlio, Romero; nel 1936, per le ferite di un tragico incidente in moto, perse poi la vita Nadir, tenente di complemento del Regio Esercito. Un'intervista, conservata nelle teche di Rai Storia del 1957, ritrae l'ultimogenito figlio vivo Omar, che racconta alle telecamere della vita di suo padre. Tuttavia anche Omar in seguito si suicidò, gettandosi dal secondo piano del suo alloggio nel 1963.

Produzione romanzesca

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Salgari deve la sua popolarità a un'impressionante produzione romanzesca, con ottanta opere (più di 200 considerando anche i racconti) distinte in vari cicli avventurosi, che vanno a costruire svariati universi narrativi e innumerevoli personaggi (tra cui alcuni di grande successo, come Sandokan, Yanez de Gomera e il Corsaro Nero), tutti di originale creazione dello scrittore, tranne che in un caso. Il romanzo del 1896 (ristampato in volume nel 1911) I predoni del gran deserto, infatti, fu scritto come seguito di un'opera altrui (Vita eccentrica di Vincenzina Ghirardi Fabiani). Generalmente i personaggi salgariani risultano inseriti in un accurato contesto storico; la ricostruzione delle informazioni riguardanti le vicende istituzionali dei paesi da lui descritti non si limita, ad esempio, alla figura di James Brooke, il bianco di Sarawak.

Seri studi condotti dalla storica olandese Bianca Maria Gerlich (i cui lavori sono stati pubblicati da autorevoli riviste scientifiche quali Archipel nei Paesi Bassi e, in Italia, Oriente Moderno) hanno infatti permesso di ricostruire le fonti storiche e geografiche lette e utilizzate nelle biblioteche di Verona dal grande scrittore di romanzi d'avventura.

La popolarità delle opere di Salgari è provata anche dalla grande diffusione di apocrifi: più di un centinaio, che editori privi di scrupoli gli attribuirono, generalmente in accordo con gli eredi; i più famosi furono i cinque romanzi a firma congiunta Luigi Motta-Emilio Salgari (in realtà scritti da Motta o da Emilio Moretto) e quelli commissionati dagli eredi Nadir e Omar ad alcunighostwriter come Giovanni Bertinetti (il più prolifico autore di apocrifi salgariani) e Americo Greco.

Salgari stesso pubblicò con vari pseudonimi numerose opere, spinto da motivazioni diverse, la più nota delle quali fu l'urgenza di aggirare la clausola contrattuale di esclusiva che lo teneva legato all'editore Donath. Tuttavia per lo stesso Donath pubblicò, sotto lo pseudonimo di Enrico Bertolini, tre romanzi nonché diversi racconti e testi di vario genere; in questo caso si sarebbe trattato di una precauzione utilizzata quando, incalzato da contratti e scadenze, lo scrittore usava più del dovuto elementi tratti da opere altrui (come nel caso diLe caverne dei diamanti, una libera versione del romanzo Le miniere di re Salomone di Henry Rider Haggard).

Cronologia delle opere, suddivise per cicli narrativi.

Ciclo del Far West

Cicli minori

I due marinai

Il Fiore delle Perle

I figli dell'aria

Capitan Tempesta

Avventure in India

Avventure africane

Avventure in Russia

Altri romanzi e racconti

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  • Tay-See, ne La Nuova Arena, nn. 9-10, 1883; poi La rosa del Dong-Giang. Novella cocincinese, Livorno, Belforte, 1897.
  • La scimitarra di Budda, Milano, Treves, 1892.
  • I pescatori di balene, Milano, Treves, 1894.
  • Un dramma nell'Oceano Pacifico, Firenze, Bemporad, 1895.
  • Il re della montagna. Romanzo persiano, Torino, Speirani, 1895.
  • I naufraghi del Poplador, Milano, Treves, 1895.
  • Al Polo Australe in velocipede, Torino, Paravia, 1896.
  • Nel paese dei ghiacci, Torino, Paravia, 1896. (Comprende i racconti: I naufraghi dello Spitzberg e I cacciatori di foche della Baia di Baffin)
  • I drammi della schiavitù, Roma, Voghera, 1896.
  • Il re della prateria, Firenze, Bemporad, 1896.
  • Attraverso l'Atlantico in pallone, Torino, Speirani, 1896.
  • I naufragatori dell'Oregon, Torino, Speirani, 1896.
  • I Robinson italiani, Genova, Donath, 1896.
  • I pescatori di Trepang, Milano, Cogliati, 1896.
  • La città dell'oro, Milano, Treves, 1898.
  • Al Polo Nord, Genova, Donath, 1898.
  • La capitana del Yucatan, Genova, Donath, 1899.
  • Avventure straordinarie d'un marinaio in Africa, come E. Bertolini, Genova, Donath, 1899.
  • Il figlio del cacciatore d'orsi, come A. Permini, Genova, Donath, 1899.
  • I minatori dell'Alaska, Genova, Donath, 1900.
  • Gli scorridori del mare, come Romero, Genova, Donath, 1900.
  • Avventure fra le pelli-rosse, come G. Landucci, Torino, Paravia, 1900.
  • I naviganti della Meloria, come E. Bertolini, Genova, Donath, 1902.
  • La giraffa bianca, come G. Landucci, , Livorno, Belforte, 1902.
  • Sul mare delle perle. Il marajah di Jafnapatam, come G. Landucci, , Livorno, Belforte, 1903.
  • L'uomo di fuoco, Genova, Donath, 1904.
  • I solitari dell'Oceano, Genova, Donath, 1904.
  • La città del re lebbroso, Genova, Donath, 1904.
  • La gemma del fiume rosso, come G. Landucci, , Livorno, Belforte, 1904.
  • Le grandi pesche nei mari australi, Torino, Speirani, 1904.
  • La sovrana del campo d'oro, Genova, Donath, 1905.
  • Le figlie dei Faraoni, Genova, Donath, 1906.
  • La Stella dell'Araucania, Genova, Armanino, 1906.
  • Le meraviglie del Duemila, Firenze, Bemporad, 1907.
  • Il tesoro della montagna azzurra, Firenze, Bemporad, 1907.
  • Cartagine in fiamme, Genova, Donath, 1908.
  • Una sfida al Polo, Firenze, Bemporad, 1909.
  • La Bohème italiana; Una vendetta malese, Firenze, Bemporad, 1909.
  • Storie rosse, Firenze, Bemporad, 1910. (contiene 15 capitoli tratti da altrettanti romanzi di Salgàri raccolti e ordinati da Achille Lanzi)

Filmografia

In ordine alfabetico-cronologico i film tratti dalle opere salgariane (parziale):

Influenza culturale

  1. Anche se la pronuncia "Sàlgari", con l'^ accento sdrucciolo, è indubbiamente diffusa, essa è scorretta. Si tratta infatti di un cognomefitonimico, derivante cioè dal nome di una pianta: il salgàro è in veneto il salice. Vedi anche nell'elenco alfabetico in Vademecum sull'accento: quando indicarlo e dove pronunciarlo su Consulenza linguistica - Domande ricorrenti, Accademia della Crusca, 2002. URL consultato il 22 ottobre 2013.
  2. Omar Luigi Salgari ^ Mio Padre Emilio Salgari. A. Garzanti, 1940
  3. ^ La tormentata vita di Emilio Salgari, di Omar Salgari, Stampa Sera, 2 settembre 1937
  4. ^ "[...] a 34 anni cavaliere su proposta di S. M. Margherita", Emilio Salgari a Luigi Motta, cartolina postale manoscritta, Torino, 14 dicembre 1904, Fondo Luigi Motta Milano
  5. "Mi recai subito nella sua abitazione di corso Casale [...] riscontrai una ferita piuttosto profonda nell'emitorace sinistro, lo strumento era scivolato sotto la pelle senza entrare in cavità". Testimonianza del dottor Herr, medico del Salgari, a Turcato, in ^ Salgari, documenti e testimonianze
  6. ^ Emilio Salgari si è ucciso a colpi di rasoio in La Stampa, 26 aprile 1911. URL consultato il 24 luglio 2012.
  7. ^ Omar, figlio dello scrittore Salgari si è ucciso gettandosi dal balcone in La Stampa, 6 novembre 1963. URL consultato il 24 luglio 2012.
  8. Claudio Gallo, Giuseppe Bonomi, ^ Emilio Salgari. La macchina dei sogni, Rizzoli, Milano 2011
  9. ^ Sandokan personaggio storico, LXXXVI, 1996, pp. 111-126 + 1 cartina.
  10. ^ Massimo Carloni, Salgari, salgariani e falsi Salgari, in AA.VV., Salgari, salgariani e falsi Salgari. Pirati, Corsari e Uomini del West, Senigallia, Fondazione Rosellini, 2011
  11. ^ Emilio Salgari, Storie con la maschera, a cura di F. Pozzo, Mephite, 2003.. Notizia tratta da Andrea Bonazzi, Emilio Salgari: Storie con la maschera in Corriere della fantascienza, 17 dicembre 2003. URL consultato il 24 luglio 2012 (archiviato il 24 luglio 2012).

Bibliografia

  • Giovanni Arpino e Roberto Antonetto, Emilio Salgari, il padre degli eroi, Mondadori, 1991, ISBN 88-04-34701-5.
  • Antonio Piromalli, Motivi di narrativa popolare nel ciclo dei "Pirati della Malesia" da Letteratura e cultura popolare, Firenze, Olschki, 1983.
  • Bruno Traversetti, Introduzione a Salgari, Roma-Bari, Laterza, 1989.
  • Claudio Gallo, La penna e la spada. Il furioso Giannelli e la libera brigata de "La Nuova Arena" (1882-1886), Verona, Gemma Editco, 2000.
  • Felice Pozzo, Emilio Salgari e dintorni, premessa di Antonio Palermo, Napoli, Liguori, 2000.
  • Gianfranco De Turris. Salgari Duemila, in Liberal 15 (dicembre 2002-gennaio 2003), pp. 158-165.
  • Vittorio Sarti, "Bibliografia Salgariana" Libreria Malavasi, Milano 1990
  • Vittorio Sarti, "Nuova Bibliografia Salgariana" Sergio Pignatone Editore, Torino 1994
  • Ferdinando Cabrini, Salgari: il viaggio e la conoscenza , in Foglio lapis, giugno 2008. URL consultato l'8 febbraio 2009.
  • O. Nalesini, L'Asia Sud-orientale nella cultura italiana. Bibliografia analitica ragionata, 1475-2005. Roma, Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente, 2009, pp. 350-362.
  • Un po' prima della fine? Ultimi romanzi di Salgari tra novità e ripetizione (1908-1915), a cura di Luciano Curreri e Fabrizio Foni, Roma, Luca Sossella Editore, 2009.
  • Quaderni d'Altri Tempi, Al di fuori l'uragano, e qua io, Salgari!, A. VII, n. 31, 2011
    • Fabrizio Foni e Claudio Gallo, Letteratura e immagine nel romance salgariano
    • Corinne D'Angelo, L'Italia e gli italiani nelle opere di Emilio Salgari
    • Sergio Brancato, L'ambigua epica della giovane Italia
    • Vittorio Frigerio, Dall'Aquila Bianca all'Aquila della Notte
    • Adolfo Fattori, I Fear The Body Electric: lo spleen, l'elettricità e il "nervosismo sociale"
    • Gennaro Fucile, Voucher, totem e bamboo
  • Claudio Gallo e Giuseppe Bonomi, Emilio Salgari, la macchina dei sogni, Presentazione di Mino Milani, Milano, BUR Rizzoli, 2011.
  • Massimo Carloni, Salgari, salgariani e falsi Salgari, in AA. VV., Salgari, salgariani e falsi Salgari. Pirati, Corsari e Uomini del West, Senigallia, Fondazione Rosellini, 2011.
  • Fabrizio Foni, Fantastico Salgari. Dal 'vampiro' Sandokan al "Giornale illustrato dei viaggi", Cuneo, Nerosubianco, 2011.

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