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Inceneritore, i cinque stelle chiedono un referendum

Creato il 24 luglio 2015 da Cremonademocratica @paolozignani
Inceneritore, i cinque stelle chiedono un referendum

I cinque stelle di Cremona, assieme al deputato Danilo Toninelli, chiedono che i cremonesi possano votare in un referendum consultivo comunale la chiusura o no dell'inceneritore. Nel comunicato (allegato qui) appaiono due presupposti: che il sindaco Galimberti e il Partito democratico non abbiano la stessa volontà, e che lo stesso partito sia diviso "da lotte interne per il potere" e per i "riposizionamenti interni". Inoltre il sindaco non avrebbe più le idee chiare tanto che viene definito "indeciso". Ma da che cosa risulta questa divisione interna del Pd? Dall'immagine che ne danno i mass media, schierati in modo libero e chiaro contro il Pd come dimostrano gli editoriali. La legge elettorale poi impone una scelta fra liste contrapposte: quella vincente avrà la maggioranza assoluta in Parlamento. Le alternative principali oggi sono tra il Partito democratico, i cinque stelle oppure il centrodestra, con o senza Lega Nord. Lo stesso Toninelli in un articolo del Fatto quotidiano ha sostenuto in questi giorni che la provincia di Cremona verrebbe trattata dalla legge elettorale in modo tale da favorire il Pd, grazie alla divisione in due collegi.

Il sindaco Galimberti però ha vinto le elezioni proponendo un programma, nel quale si prevede la dismissione dell'inceneritore attuando un piano industriale, ovvero secondo una compatibilità economica e ambientale. Il Partito democratico resta vincolato allo stesso programma avendo sostenuto il candidato poi vincitore. Nel corso del mandato di cinque anni un programma può risultare parzialmente inattuato o inattuabile, tuttavia non viene cancellato.

Ora la consigliera comunale Lucia Lanfredi e il deputato Danilo Toninelli suggeriscono che la volontà popolare debba esprimersi di nuovo, dopo nemmeno due anni, come se tra la promessa elettorale di spegnere l'inceneritore e la sua attuazione ci fosse un ostacolo rimuovibile con un referendum, come se le elezioni comunali non fossero più valide. Si vuole delegittimare il centrosinistra e sostituirlo il più rapidamente possibile? Pare lo stesso gioco, quanto all'obiettivo, che anima il centrodestra: vanificare le ultime elezioni. I cittadini hanno votato per nulla. Se però è vero che le lotte interne alla maggioranza manipolano il programma e arrivano a ribaltarlo, la stessa complicazione potrà ripetersi anche dopo l'eventuale nuovo referendum. L'impianto poi è di proprietà di Lgh, è privato, non è municipale. E l'attività imprenditoriale dovrebbe avere, per la Costituzione e l'equilibrio fra diritti e libertà, una finalità sociale.

Lo statuto comunale tuttavia prevede che si possano indire consultazioni popolari. A Cremona sarebbe la seconda sull'inceneritore dopo quella del '94, quando però esisteva anche l'area di chi non riteneva opportuno sottoporre un argomento così tecnico a un elettorato non ancora sufficientemente informato. Vinsero i contrari all'incenerimento, senza raggiungere il quorum, e non furono ascoltati. Ora per i cinque stelle c'è l'occasione, con il referendum, di spiegare tutto ai cittadini: ecco quindi anche l'opportunità di un'appropriazione politica del voto. In caso di successo la maggioranza cambierebbe colore.

A Parma il sindaco Pizzarotti, dei cinque stelle, non ha ancora potuto chiudere l'inceneritore, di proprietà Iren, che intende anzi ampliarlo e inserirlo nella rete nazionale prevista dalla legge Sblocca Italia. Però l'identità politica di Federico Pizzarotti è stabilita. Gianluca Galimberti, espressione di una lista civica, apparentemente è contendibile, ma è l'unico ad aver ricevuto una legittimazione popolare di cinque anni, anche per spegnere l'inceneritore.

La Regione Emilia Romagna intende chiudere alcuni impianti (così ha ribadito il presidente Stefano Bonaccini, Pd) e la Regione Lombardia potrebbe chiuderne altri. Resta la questione meridionale: nel Sud la percentuale di differenziata non è alta come al Nord.

C'è poi il problema dei rifiuti speciali, di difficile riciclo, e del tasso di indifferenziata, che rimane. Chiudere tutti gli inceneritori sarà allora complicato.

E' in gioco comunque la riconversione dell'economia, o almeno di una parte significativa, anche trainante, come la gestione dei rifiuti. Mentre i partiti lottano fra loro, il potere delle multiutilities rimane elevato.

La lotta politica resta così aspra che potrebbe cercare di impedire di vedere che cosa sta realmente succedendo.


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