Riprendo la mia inchiesta sulle nuove frontiere del social SEO ponendo domande as alcuni esperti del settore su quali siano le loro considerazioni in merito alle influenze delle dinamiche social nel loro lavoro. Oggi risponde Nicola Boschetti.
Nicola , premette:” Ringrazio Giorgio per avermi coinvolto in questo momento di confronto.
Le domande sono tutt’altro che scontate ed alcune di esse mi hanno portato a fare riflessioni che talvolta vengono trascurate o, peggio, ignorate… ben vengano dunque i confronti come il presente. ”
Nicola Boschetti lavora da anni come consulente SEO, inizialmente con la propria attività individuale NBWeb.it ed oggi con la web agency Softplace.it, azienda che fornisce soluzioni web-based a 360 gradi. Ha all’attivo numerosi progetti con aziende e clienti in Italia ed internazionali, ed è autore di svariati articoli e tutorial legati al mondo SEO che considera una delle zone più affascinanti del web.
I motori di ricerca si specializzano e tarano le conversazioni ed il personal brand: Google Real Time Search e Bing social search,
Che segnale è questo? Verrà creato un segmento di ricerca specializzato o è una tendenza verso algoritmi che prevedano un mix tra indicizzazione corporate e social?
A mio avviso non verranno creati segmenti personalizzati, ma è più facile prevedere che i motori di ricerca tengano conto (anzi, mettano in evidenza) i risultati delle query dove la fonte è Social o comunque di una property ad alto trust. Parliamoci chiaro: il pesce grande mangerà sempre il pesce piccolo, a maggior ragione finchè esisterà il commercio con le proprie regole. Questo spiega il perché le “fan page” di facebook compaiono in alto nelle SERP anche se talvolta sono… vuote o un repurpose di contenuti già utilizzati altrove. Pertanto vedo sempre più realistico un mix tra indicizzazione corporate influenzata dalle presenze social e dalle property più “trendy” (facebook, twitter, foursquare, ebay, ecc.).
Da quello che si può intuire vedendo le ultime mosse sue e dei suoi partner sembra che Facebook si voglia posizionare come il principale
motore di ricerca. Vedendo quindi Google come suo diretto concorrente e non altri social media. Che cosa pensi che comporti questo per l’attività SEO?
Loro dettano le regole di mercato, i tecnici SEO le studiano e si adeguano. Al momento non mi sembra esista ancora una vera e propria “SEO School” legata all’algoritmo di Facebook. Il recente Panda update di Google fa comunque pensare che contenuti e interazioni sociali saranno il centro di ogni attività SEO, indipendentemente da considerazioni puramente tecniche (HTML tweaking, link building, ecc.).
Secondo le tue osservazioni e sperimentazioni quanto pesa nel posizionamento complessivo di un brand una Fan Page di Facebook, e le interazioni esterne come gli Ilike?
A livello SERP secondo me pesa nella misura in cui una fan page legata ad un brand, un prodotto, un artista, un personaggio o un’azienda è sempre nelle posizioni alte se la query corrisponde al’Exact Brand Search. Per fare un esempio, se scrivo su Google “Nome Cognome” (di un artista o un personaggio o un’azienda) la fan page è saldamente nelle prime posizioni, indipendentemente dal valore che essa contiene. Invece i “like” non mi sembrano pesare, sebbene non abbia potuto testare approfonditamente tale aspetto.
Anche Twitter sta investendo notevolmente sulla ricerca dei suoi contenuti pensi che questo comporti delle nuove strategie SEO?
Al momento no. Twitter è ottimo per veicolare rapidamente un URL, ma non è influenzabile più di tanto da strategie SEO, e neppure influenza più di tanto le SERP, anche perché spesso contiene URL “contraffatti” dagli accorciatori (URL shortener). Lo vedo molto bene per veicolare URL con grande rapidità, forse in futuro potrebbe affiancarsi alle attività di traffic generation di tipo PPC, per ottenere grandi afflussi di visite in tempi brevissimi.
Quanto pesano menzioni, retwitt, hashtag per il rank di un pagina
Come detto sopra, poco in modo diretto. In modo “indotto” invece possono servire, perché un URL molto retwittato, contenente degli hashtag legati ad un brand o ad una keyword che stiamo cercando di spingere, aumenterà il rumour (telematico) intorno a tale keywork/brand. Faccio un esempio: se twitto una notizia con l’hashtag #sicurezzalavoro ed ho un prodotto/servizio dedicato da promuovere, potrei ottenere traffico e quindi in linea di massima “alzare il trust” di tale pagina.
Anche Linkedin sta aprendosi all’esterno.Con i gruppi aperti il valore dei commenti e delle citazioni saranno presi in considerazione per pesare un contenuti, la pertinenza, la rilevanza?
Anche qui è presto per dirlo, ma penso di sì. LinkedIn mi sembra una sorta di Facebook dedicato a chi lavora (escludendo dunque l’aspetto “giocoso”) ma l’evolversi dei gruppi di LinkedIn è a mio avviso la naturale evoluzione del successo dei gruppi di Facebook.
Come stanno rispondendo Viadeo e altri business social network rispetto alla necessità di dare rilevanza esterna ai profili e ai contenuti editoriali?
Mi sembra che il web stia prendendo una piega molto “social-oriented” invece che focalizzarsi sulle properties personali. E la forza crescente dei social nelle SERP non fa che dargli ragione (ai Social), portando gli utenti a curare sempre meno il proprio orticello dedicando invece molte energie a far crescere il proprio micro-orto nel terreno di altri. Personalmente questa evoluzione non mi trova del tutto d’accordo: se dipendesse da me dedicherei sempre il massimo dell’energia e delle risorse per far crescere la mia property sul web. Purtroppo l’utenza spende (e ho usato il termine “spende”) sempre più tempo sui Social e questo comporta un adeguamento delle strategie ed anche dei contenuti editoriali da redigere, che vanno pertanto (re)impostati secondo le regole dei Social.
La link popularity è un parametro che verra sostituito a poco a poco dalle corrispondenze social ( Fan, Follower, friends ), ha ancora senso dare importanza al Moloch backlink ?
Mi viene da sorridere se penso alle guidelines del SEO perfettino, che prevedono massima attenzione nella stesura di contenuti unici, utili, pertinenti, massima cura nella stesura di profili Social e fan page ricche di informazioni, gadget e applicazioni, pagina ultra-ottimizzate con i title, h1, h2 e alt delle immagini, poi però sono le SERP a cantare: ci sono in top position dei siti che non hanno niente altro che migliaia di backlinks, appoggiate su un Exact Match Domain. Forse (sicuramente) si evolverà, ma una corretta (e costante) strategia di link building ha ancora valore.
Mobile, geolocalizzazione, Google Maps, geo social networking sono matera di studio per un esperto SEO ?
Assolutamente sì. Le SERP hanno il compito di fornire risultati il più precisi possibili, e se io cerco un’attività commerciale a 1km da casa mia la geolocalizzazione è fondamentale.
Anche nell’e-commerce il social commerce, la condivisione di indormazioni e di esperienza sui prodotti, porterà molti cambiamenti nei investimenti SEO ?
Sì perché la gente si fida di chi conosce, quindi una review (anche breve) di un prodotto/servizio scritta da una persona che conosco infonde immediatamente fiducia. Se ci pensiamo bene, i commenti nei blog sono un esempio di come una discussione possa aprirsi e svilupparsi, pur partendo da un punto di vista univoco (di chi ha redatto il post) sfociando in opinioni ed esperienze che arricchiscono il valore della conversazione. Occorre comunque un sistema di moderazione e filtraggio delle review, per evitare di “pilotare” l’acquisto di un prodotto/servizio. In questo senso Amazon mi sembra che abbia raggiunto l’obiettivo: le review dei prodotti sono un valore aggiunto inestimabile, naturale ed organico (e quindi gratis). Quale migliore strategia SEO?
Posizionamento naturale contro tecniche di posizionamento, chi vincerà alla luce di tutte queste considerazioni?
Le tecniche servono a comprendere come ottenere in modo naturale i posizionamenti. Quindi, grandi risorse sono necessarie nello studio delle tecniche che servono per arrivare in modo naturale al top delle SERP.
Grazie Nicola e a presto





