La prossima puntata di Ator ator sarà dedicata agli incidenti stradali. In Italia ne muoiono più di quattro mila persone all’anno, e più di trecento mila sono ferite (una guerra); in Friuli Venezia Giulia ne muoiono più di cento ogni anno.
Quello degli incidenti stradali è un interessante caso morale. Praticamente nessuna delle persone che causano incidenti mortali ha l’intenzione di uccidere, anzi. Eppure, per una sua superficialità, distrazione, egoismo, e suo malgrado provoca un danno spesso sproporzionato rispetto alla colpa, ammazzando una persona e causando a chi la ama un dolore che tremo solo ad immaginare. Questo vale anche per chi ammazza se stesso.
(Per non parlare di coma, arti amputati, sedie a rotelle, volti sfigurati…)
Un potenziale assassino va trattato come un assassino, quando la differenza tra il primo e il secondo è solo il caso? Chi corre troppo, guida ubriaco, stanco o al cellulare, fa manovre pericolose, si guarda in giro mentre è al volante, va trattato come qualcuno che ha ucciso? Io inizio a pensare di sì. Quando penso al dolore che può causare, a quanto poco gli costa stare attento, alla leggerezza con cui si tratta l’arma che è l’auto, penso davvero di sì.
Sabato parleremo di perché succedono gli incidenti e come si possono evitare. Ci sono tanti modi: educazione alla guida sicura, miglioramento delle strade, controlli, diminuzione del numero di auto in circolazione promuovendo la bici o i trasporti pubblici, campagne per la sobrietà al volante e contro l’alcolismo, perdita della patente per chi è inadatto a possederla, deterrenti attraverso pene severe… Io comunque penso che al centro di tutto questo resti la responsabilità individuale: c’è chi dice ‘gli incidenti sono inevitabili’. No, non lo sono. Basterebbe stare più attenti e dominarsi. E chi non ce la fa, non guidi. Io non guido.




