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incipit

Da Guchippai
incipitLa distesa di rozze casette senza intonaco che si scorgeva nell'aspro panorama del Dakota doveva essere Teton. Nella mente assonnata di Jubal passò un lieve senso di gratitudine. La terribile morsa del freddo premeva nel suo cervello; quelle casette significavano per lui un rifugio, del fuoco, forse una goccia di liquore per sollevare le sofferenze provocate dall'umidità e dalla stanchezza.Paul I. Wellman, Vento di terre lontaneecco come entra in scena Jubal Troop, protagonista di questo romanzo che ho notato per caso in una sera d'estate a un mercatino, solo in virtù della copertina. dopo aver visto l'anno in cui è stato stampato - il 1941 - ed aver chiesto il prezzo - cinque onestissimi euro - ho deciso di comprarlo. il titolo mi suonava familiare; ho poi verificato che ne è stato tratto un film nel 1956, e dopo aver letto il libro, confrontando le trame mi sono resa conto che tale film si è basato solo sul primo quarto e che sono state apportati alcuni aggiustamenti, non ultimo l'aver elevato l'età dei protagonisti. il libro infatti comincia con un Jubal diciottenne e lo accompagna fino ai quarantacinque anni: ventisette anni in cui ne succedono di tutti i colori. Jubal in qualche modo mi ha ricordato la Rossella O'Hara di Via col Vento. entrambi volitivi e con la propria morale, capaci di grandi passioni ma incapaci di esprimere i propri sentimenti, costruttori di imperi finanziari e distruttori di legami famigliari. allo stesso modo, le loro vicende personali s'intrecciano strettamente ai cambiamenti sociali e storici delle epoche in cui vivono; in questo caso assistiamo alla trasformazione del West che da terra selvaggia viene piano piano trasformata in latifondo, poi in appezzamenti di minore dimensione e infine costellata di pozzi di petrolio. Jubal è un eroe-antieroe, capace di grandi sacrifici e grandi meschinità, eppure lo si ammira e si parteggia per lui fino all'ultimo. e qui mi trovo a contraddirmi; se infatti due settimane fa criticavo un altro romanzo americano per quel suo finale di riappacificazione coniugale, qui lo stesso è benvenuto. dipende tutto dai soggetti, naturalmente. volendo uno potrebbe perfino trovare qualche similitudine fra Jubal Troop e Frank Copenhaver, ma la mia simpatia va tutta al primo.

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