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incipit

Da Guchippai
incipit
Nel silenzio della stanza si sentiva solo il rumore delle mosche, il ronzio prodotto dal fremito convulso delle ali. L'uomo sulla poltrona non si muoveva, e non lo faceva da un pezzo. In effetti non era neanche un uomo. Non se si definiva un uomo come qualcosa di vivo, che respirava e provava delle emozioni. Ormai era ridotto a nutrimento, a rifugio di insetti e larve.Camilla Läckberg, Il bambino segretonon so per quale motivo leggendo questo libro ho avuto più volte l'immagine di una tela di ragno davanti agli occhi. probabilmente dipende dal fatto che ho pensato che il destino tesse la sua rete e che noi ci finiamo tutti inesorabilmente dentro, non importa quanto ci dibattiamo. alla fine siamo divorati e il destino ha fatto il suo corso. in questo caso il destino ci ha messo sessant'anni per compiersi, anni in cui un crimine è stato nascosto perchè considerato un male minore, se non addirittura un qualcosa di necessario. tanto labile è il confine tra il bene e il male che le brave persone riescono ad auto-assolversi e quello che dovrebbe essere il nemico di fatto si è emendato. sono questi i temi alla base di questo bellissimo giallo; un lavoro veramente degno di nota che ho apprezzato parecchio. del resto sono convinta che un buon scrittore di gialli è per forza anche un bravo psicologo, e la Läckberg costruisce i suoi personaggi con grande cura e intelligenza, regalando loro tutte le sfumature e le incoerenze tipiche delle persone reali. forse la cosa che più colpisce è che quegli assassini avremmo potuto essere noi.

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