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incipit

Da Guchippai
incipit
Vocio confuso e soffocato che monta e si avvicina rapido come un'onda sulla superficie del mare. Piove. I palazzi sono immersi nell'ombra e nella foschia; i potenti fari di un'automobile in corsa fendono la nebbia; i marciapiedi e il tetto dell'Opéra, sferzati dal temporale, luccicano come specchi scuri. Parigi, fine marzo, crepuscolo. Le luci girano così veloci, che si riesce a scorgere solo un vortice di fuoco. A poco a poco emergono delle parole, sempre le stesse, che si avvicinano crescendo a dismisura, tremolanti attraverso la pioggia: Bar, Hotel, Dancing. Nell'istante in cuu il rumore dei clacson si placa, appare una strada buia, deserta, bagnata. Le lettere di un'insegna si illuminano l'una dietro l'altra e si spengono. Willy's Bar.Irène Némirovsky, Film parlato e altri raccontidi questa autrice, ebrea russa rifugiata in Francia e morta nemmeno quarantenne ad Auschwitz, confesso di non avere mai sentito parlare. questa raccolta presenta racconti pubblicati e inediti; gli inediti sono tutti stati scritti negli anni Quaranta, prima della sua morte. quello che dà il titolo alla raccolta invece è dei primi anni Trenta ed è scritto in uno stile molto particolare che si avvicina a quello di una sceneggiatura cinematografica pur non essendolo. mi ha un po' spiazzato, ma l'ho trovato molto originale, al di là della trama in sè che in fondo potrebbe essere quella di un film con Greta Garbo che fa la peripatetica (mi è appena venuto in mente Anna Christie, non so perchè). degli altri racconti, solo uno è scritto nello stesso stile, tutti gli altri sono normali. vi si nota una costante, fatta di un misto di nostalgia e di rimpianto, come di chi abbia chinato il capo davanti a un destino ineluttabile; c'è più rassegnazione che speranza nell'aria. pare che questa fosse una caratteristica della Némirovsky a prescindere dalla sua tragica fine. le sue storie mi sono comunque piaciute molto.Alla fine, in questa vita, otteniamo sempre ciò che abbiamo desiderato con ardore, ed è la nostra peggiore punizione.eh, come ti capisco Irène! 

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