incipit

Da Guchippai
Nella primavera del 1947, quando avevo dodici anni, un aereo passeggeri si schiantò vicino a Narraganset Bay. Era un piccolo jet, praticamente nuovo, che operava per una neonata compagnia aerea chiamata Boston Airways. Fotografie a colori mostrano che il muso e la coda del'aereo erano giallo chiaro, come quei vestiti leggeri che indossano le ragazze a Pasqua. Ecco perchè, negli hangar dov'era custodito, veniva chiamato Coniglietto o Pulcino; entrambi i soprannomi compaiono nella testimonianza ufficiale. Secondo la rotta programmata, quel pomeriggio il jet avrebbe dovuto prima dirigersi a New York e poi a Miami, quindi, meteo permettendo, tornare su per la costa atlantica e atterrare a Baltimora.Stuart Nadler, La fortuna dei Wiseci sono libri che mi conquistano fin dalle prime righe ed altri che ci mettono un po' ad ingranare la marcia. è stato il caso di questo romanzo che, per quanto all'inizio abbia trovato gradevole, non mi sembrava nulla di più che la classica storia dell'ascesa di una famiglia americana, ragion per cui mi attendevo anche una prevedibile discesa (di solito funziona così), tanto più che la fortuna del titolo deriva appunto da una gran botta di culo. Arthur Wise infatti, giovane e non particolarmente brillante avvocato, riesce a vincere una class action contro una compagnia aerea e la cosa fa talmente scalpore che, oltre ai soldi guadagnati in quell'occasione, molti altri gliene piovono addosso quando diventa il maggiore esperto di questo genere di processi. il denaro però sconvolge la semplice vita della moglie e soprattutto del figlio Hilton (la voce narrante del romanzo). non dirò di più perchè il bello della storia sta nelle sorprese che riserva, specialmente la bomba finale (che però un po' subodoravo). insomma, alla fine il libro mi è piaciuto moltissimo.

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