Incipit a cazzo di libri che non scriverò mai (N°1): La simmetria della morte e limoni raccolti per terra

Creato il 25 marzo 2015 da Giuseppe Armellini
Ogni tanto mi capita di prendere il pc e dirmi: "Dai! ora scrivo un racconto lungo o un libro, ce la posso fare!". Mi sarà capitato 100 volte, credo di non essere mai riuscito ad arrivare oltre pagina 10...
Stasera lo stesso, guardavo la tv e mi è venuta in mente un'immagine, quella di donne siciliane che raccolgono limoni per terra. Ho scritto una paginetta, l'ennesima. Ho deciso di salvarla nel pc invece di buttarla, come sempre, nella spazzatura. Sono tutti aborti morti ancora prima di nascere (beh, pleonastico, l'aborto quello è). Ma ho capito che in qualche modo a sti schizzi di parole voglio bene lo stesso, non li butto più via.
Stava seduto, succhiante limoni, e guardava distrattamente le foto.
Limoni siciliani grossi come i seni di chi l'aveva raccolti, pensava. In realtà nemmeno sapeva se i limoni si cogliessero o raccogliessero, non che gliene importasse gran che, ma insomma, a quasi 40 anni un pò gli scocciava avere dubbi del genere. "E se i limoni giganti fossero invece di Sorrento?", si chiese ad un certo punto ricordando i limoncelli che trovava nei cesti natalizi che l'Arma, buon cuore, passava loro ogni 21 Dicembre.
Succhiava il suo quarto di limone mentre l'ennesima foto, la dodicesima, gli si parava davanti (che, per quanto poteva distrarsi pensando a procaci siciliane piegate a 90° comunque il conto delle foto non lo perdeva, sarà per questo che qualcuno lo considerava il migliore, pensò).
Lo sguardo della ragazza nella foto sembrava osservarlo e chiedergli un minimo d'attenzione, con quella bocca serrata che ventriloquando pareva dirgli :"Oh, son morta, echecazzo, rispettami, guardami almeno brutto stronzo".
Niente da fare, malgrado un pizzico di soggezione dovuto alla foto la testa era sempre lì, a pensare se i limoni si raccogliessero per terra piegate a 90° con i grossi seni che quasi arrivavano al suolo oppure si cogliessero negli alberi, con il culo all'insù e i piedi sulle punte. Entrambe le immagini gli parevano non solo verosimili, ma già viste.
Nella sedicesima foto, che la tredicesima, quattordicesima e quindicesima la ragazza, la biondina che lo guardava stizzita, era sempre stata la stessa, nella sedicesima l'impatto fu talmente violento che il sapore amaro che tanto amava dei limoni gli parve per la prima volta realmente amaro, non piacevole. Era come se uno stesso sapore sentito in una certa maniera da anni finalmente rivelasse la sua vera natura, non la percezione che ne aveva lui.
"Adesso stacca anche le capocce sto figlio de mignotta" disse l'altro.
"Questa chi è" chiese lui.
"L'ultima, quella de ieri sera" rispose l'altro
"Ah" sospirò lui
"La testa è nella foto dopo"
"Ah"
Quattro ragazze, diciannove foto in totale.
"Chi ne ha solo 4?" chiese
"Non ho capito commissà, mi scusi" rispose l'altro
"Chi ne ha solo 4?" chiese di nuovo il commissario, cercando di stare ancora calmo.
L'altro si bloccò un attimo e cominciò a pensare. Sapeva che non poteva chiedere di nuovo chiarimenti, il commissario si sarebbe irritato, gli avrebbe urlato contro e probabilmente l'avrebbe anche costretto a succhiare un limone.
Quando pensava si girava di fianco, aveva bisogno di distogliere lo sguardo altrove, di solito verso il distributore del caffè. Leggeva tutti i vari intrugli che c'erano scritti, una fila per volta dall'alto verso il basso. "caffè espresso", "caffè lungo", caffè macchiato", "cappuccino", leggeva tutto e sapeva che se non afferrava ciò che doveva afferrare entro i thè nella terza fila il commissario se ne sarebbe andato senza manco salutarlo, così, per disprezzo.
A "latte macchiato" capì.
"La bionda, la terza, quella di Ottobre, l'ultima prima di ieri" disse al commissario.
"E perchè lei 4 e le altre 5?"
"Non lo so commissario, forse 4 per lei bastavano"
"Se bastavano per lei bastavano anche per le altre. Trovale subito un'altra foto oppure togline una per una dalla altre. Entro 10 minuti voglio o 16 o 20 foto"
"Sissignore"
Uscì dalla stanza.
Il commissario era profondamente irritato, erano anni che aveva un metodo e anni che gli altri sembravano non capirlo. Non capivano che quando avrebbe disposto quelle foto nel tavolo, nel suo tavolo, una fila per vittima, in alto l'ultima e poi cronologicamente in flash back verso il basso fino a raggiungere la prima (era un suo strano vezzo, amava per prima cosa guardare negli occhi la vittima più fresca, magari ci trovava dentro qualcosa che il tempo non aveva ancora cancellato), quando avrebbe fatto questo la mancanza di simmetria avrebbe reso impossibile la concentrazione.
Dopo 9 minuti l'altro tornò.
"Ne abbiamo tolta una di ognuna delle altre", disse, "della biondina non c'era altro"
"Spero abbiate tolto quelle giuste almeno" disse il commissario.
Prese la cartellina con le foto ed uscì, lo aspettava un tavolo e una notte passata guardando la morte in faccia.
Appena aprirono lo sportello della macchina gli venne in mente l'immagine di un albero di limoni.
"Li colgono" disse a voce alta entrando in macchina.
L'autista alzò lo sguardo sullo specchietto e vide il commissario ridere.
"Li colgono i limoni", ripetè.

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