“Quello dell’editore è un mestiere eminentemente culturale o è un’attività economica? È una pratica industriale o artigianale? È un mestiere solitario o un’impresa collettiva? Bastano pochi soldi per fare l’editore o bisogna prevedere grossi investimenti e rischi?”
Sono parole di Stefano Mauri, fondatore, insieme ad Achille Mauri e Luigi Spagnol, del Gruppo Editoriale Mauri Spagnol. Al gruppo fanno capo case editrici come Bollati Boringhieri, Chiarelettere, Corbaccio, Garzanti, Guanda, La Coccinella, Longanesi, Nord, Ponte alle Grazie, Salani, Tea e Vallardi, quindi Mauri non è proprio l’ultimo arrivato e le sue parole vanno sempre lette con una certa attenzione. E nell’introduzione a I mestieri del libro di Oliviero Ponte di Pino spiega che quello dell’editore è un mestiere in cui confluiscono innumerevoli caratteristiche, e che deve sapersi bilanciare fra stimoli, ruoli, richieste e problemi molto diversi fra loro.
Ho letto altri libri sull’editoria, da A scopo di lucro di Franco Tatò a Non sperate di liberarvi dei libri di Jean-Claude Carrière e Unberto Eco, da 78 ragioni per cui il vostro libro non sarà mai pubblicato &14 motivi per cui invece potrebbe anche esserlo di Pat Walsh a Vendere l’anima. Il mestiere del libraio di Renato Montroni, e nessuno mi ha affascinata come I mestieri del libro.
Ponte di Pino conosce il mondo dell’editoria, e lo spiega con chiarezza, senza perdersi in commenti inutili o autoincensazioni. Dopo aver tracciato una rapida storia dell’editoria si avvicina al libro, questo sconosciuto che ci sembra tanto familiare. Ma come ha fatto quel mucchietto di carta pieno d’inchiostro ad arrivare nelle nostre mani? Cosa c’è dietro? Il libro lo spiega con dovizia di particolari, senza mai essere noioso ma anzi riuscendo a rendere affascinanti anche gli aspetti più tecnici della lavorazione e distribuzione dei vari volumi. In alcuni punti poi, come nel caso dell’inglese da fiera, le pagine sono spassosissime.
Le fiere del libro sono quei luoghi dove gli editori comprano o vendono i diritti di traduzione o pubblicazione di un’opera. Sì, i diritti non vengono acquistati solo alle fiere, ma le fiere sono il più importante luogo di scambio. E lì tutti, coreani e lituani, brianzoli e calabresi, parlano in inglese. Ma non l’inglese che si studia a scuola o nei vari corsi, quanto una lingua apposita creata dagli addetti ai lavori probabilmente per rendere il lavoro più semplice ai novellini. Così se si sente dire che un romanzo ha beautiful descriptions letteralmente significa che ha magnifiche descrizioni, ma in realtà chi ha parlato intende che è un libro noioso e inutile. Quanto ai famosi page turner, i libri avvincenti, è perché nella loro trama almeno succede qualcosa. E se un romanzo di tipo commerciale è very well written, cioè scritto benissimo, significa che a volte ci trovi frasi più lunghe di sette parole. Se le cose stanno così, anch’io scrivo very well, visto che ho la tendenza a scrivere frasi comprendenti almeno una o due proposizioni subordinate, e magari anche una coordinata tanto per spiegare meglio il concetto.
Dovrei proprio rileggere questo librettino, comunque lo consiglio a tutti coloro che vogliano capire un po’ meglio come funziona l’editoria e cosa c’è dietro a un libro.
La quarta di copertina:
Se scrivere è principalmente un’attività solitaria (come d’altra parte anche leggere), pubblicare è invece un’impresa collettiva. Tra l’autore e il lettore, infatti, un esercito di persone è all’opera per far sì che un testo si trasformi in un volume in vendita nelle librerie. Questo libro parla di loro.
I mestieri del libro vuole offrire una prima, sintetica informazione sul mondo dell’editoria libraria, concentrandosi sul settore che comprende la maggior parte di ciò che si trova oggi sui banchi delle librerie: dai romanzi ai saggi, dalle raccolte di poesia alle opere storiografiche, ai manuali, ecc. E cerca di farlo seguendo il percorso del libro dall’autore al lettore, analizzando dunque le modalità attuali di produzione, commercializzazione, diffusione e consumo librari, riservando una particolare attenzione agli aspetti economici e di marketing e passando in rassegna il ruolo delle diverse figure professionali coinvolte. Cenni storici, curiosità, dati statistici, tabelle e un’ampia bibliografia completano il volume, invitando a ulteriori approfondimenti.
Un testo di riferimento che si rivolge a chi vuole avvicinarsi al mondo dell’editoria, a chi già vi appartiene ma ne padroneggia solo una parte, e semplicemente al lettore curioso che desidera conoscere la strada che un libro – per esempio questo – ha compiuto per giungere fino a lui.
Il nuovo incipit:
“L’idea dell’eterno ritorno è misteriosa, e con essa Nietzsche ha messo molti filosofi nell’imbarazzo: pensare che un giorno ogni cosa si ripeterà così come l’abbiamo già vissuta, e che anche questa ripetizione debba ripetersi all’infinito! Che significato ha questo folle mito?”