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Inconsapevolezza e rimozioni intorno alla pastorizia

Creato il 22 ottobre 2010 da Zfrantziscu
Il nucleo della rivolta dei pastori sardi sta nelle parole che uno dei leader del Movimento pastori ha detto ieri durante un dibattito televisivo: Noi non sappiamo come si possono risolvere i problemi che poniamo. I consiglieri regionali prendono 20 mila euro al mese proprio per affrontarli e risolverli. Voleva dire che sta a loro trovare non solo le risorse necessarie ma anche i modi per reperirle. Sempre che la politica sia oggi lo strumento adatto a farlo, cosa di cui c'è ragione di dubitare. Essa sta dando, infatti, prova di una inconsapevolezza incredibile e di una rimozione della memoria che ha del patologico.È seduta su un vulcano e, salvo qualche suo addetto, sembra non accorgersene, tant'è che la maggioranza allarga le sue braccia contabili, dicendo che non ci sono soldi, e la minoranza si esibisce in tirate demagogiche, immaginando che basti promettere una alluvione di denari per poi averli a disposizione. In mezzo, ma con propensione a flirtare con la demagogia, il Movimento pastori che occupando il Parlamento sardo impedisce ad esso di legiferare sulla questione. Nessun parlamento del mondo può essere riunito in queste condizioni, ma questo – come ho già scritto – è il segno, bruttissimo, della delegittimazione di cui soffre. Dice nel suo blog Paolo Maninchedda che “quando un movimento sindacale rinuncia ai propri obiettivi sindacali e anzi impedisce l’attività dell’unico organo che è in grado di soddisfarli almeno in parte, allora dichiara implicitamente che la sua piattaforma sindacale era un pretesto per una strategia politica anti-istituzionale, una strategia di destabilizzazione, una strategia antagonista e sostanzialmente rivoluzionaria”. Parole pesantissime, e immagino ben meditate, cui aggiunge altre che disegnano uno scenario pre insurrezionale: “Intorno al Movimento dei Pastori sardi si sta coagulando tutto il mondo dell’eversione sarda, il quale non si sbaglia a riconoscere nell’azione dei dirigenti del Movimento le caratteristiche di un disegno politico [che] sembra essere quello della spallata istituzionale […] E’ veramente amaro vedere come si confermi sempre che chi attacca i parlamenti attacca sempre la libertà di tutti, qualunque sia la sua buona o cattiva ragione”. Maninchedda sospetta anche che nel Pd “ampi settori sono tentati dal sostenere la destabilizzazione per dare la spallata istituzionale”.Nessuno ha, credo, il diritto di ignorare che si sia aperto un conflitto molto aspro tra il mondo della pastorizia e quello della politica, tra la campagna e la città, una costante delle vicende storiche della Sardegna. Ricordate l'inno sardo, 1794? “O poveros de sas biddas, / Trabagliade, trabagliade / Pro mantenner in zittade / Tantos caddos de istalla”. È un conflitto pre-politico, naturalmente. Ma la politica, anche quella moderna, non è riuscito a risolverlo, anzi lo ha aggravato, pensando, forse, che bastassero politiche attive di contenimento della pastorizia. I pastori erano più di 40 mila intorno al 1970, sono meno di 20 mila oggi. Nel frattempo si sono succeduti alla Regione dodici governi di centrosinistra e quattro di centrodestra, questo compreso. Un minimo di memoria storica, dovrebbe consigliare al centrosinistra un po' di pudore nel gettare, come alcuni suoi esponenti fanno, tutte le colpe sull'attuale governo. Ne ha – accidenti se ne ha – ma Prato non è più colpevole degli assessori socialisti dei primi governi di centrosinistra e comunisti negli altri. Lo scaricabarile in atto fra i due schieramenti maggiori dà il segno di quanta inconsapevolezza ci sia nella politica sarda, tutta presa nelle sue polemiche autoreferenziali. Io non so se l'amico Maninchedda veda giusto o se anche lui si sia lasciato andare ad una enfatica polemica. Ma credo di sapere che non è il Movimento pastori a delegittimare, con la sua intollerabile occupazione del Consiglio regionale, la massima istituzione del Popolo sardo: è questa politica ad averlo abbondantemente fatto. La destabilizzazione, se davvero è nei progetti di qualcuno, non sarà frutto dell'eversione ma di una implosione.Forse non è del inevitabile, ma certo potrà essere evitata solo se i capponi di Renzo, invece di dilaniarsi a beccate, si accorgessero del dirupo verso il quale stanno andando loro, in nostra compagnia.

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