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Inconscio macchina? una potente metafora per comprendersi

Da Genna78

Inconscio macchina? una potente metafora per comprendersi

Inconscio macchina? una potente metafora per comprendersi
Ciao,
quante volte hai sentito dire che l'inconscio è una 
"macchina"? Molti studiosi identificano come zona
inconsapevole i nostri automatismi, cioè tutte quelle
azioni che avvengono in automatico, al di fuori della
nostra coscienza, difficile ribattere e dire che non si
tratta così, fortunatamente ci sono modelli più carini
a cui guardare...
Ogni studioso di psicologia, da Freud in poi, si è occupato
di creare una metafora che descrivesse il funzionamento
psichico, dalla famosa "topica freudiana" (presa in parte
dal "cocchio di Platone") con il suo Es, Io è Super-Io
fino al paragone mente-computer che ha impazzato
negli anni 70 ed ancora oggi affascina. Come si descrive
qualcosa che non si può vedere ma di cui si "vedono"
gli effetti...come la forza di gravità?
Con una metafora, una trasposizione che ci aiuti a
comprendere meglio, a volte purtroppo questo tipo di
narrazioni non solo ci aiuta ma ci imprigiona in quello
che Kuhn avrebbe definito "paradigma scientifico". È
per questo che sono costantemente intento nella ricerca
della "metafora adatta" che riesca a comunicare nel
modo migliore come "usare il proprio cervello".
Se conosci la PNL di certo saprai che una delle prime
metafore usate dai suoi co-autori è stata proprio quella
del "manuale del cervello". "Nessuno nasce con il
manuale di istruzioni del proprio cervello" osavano
dire ma in fin dei conti se ci pensi questa metafora
calza bene per ogni studio psicologico.
Su questo ci scriverò un lunghissimo delirio perché
penso che in realtà la psicologia debba essere insegnata
nelle scuole ed applicata fin dalla più tenera età. La
cultura psicologica è giovanissima ma noi me sappiamo
molto molto poco, infatti se mi segui sai che la
psicologia non si riduce affatto a consigli banali e
di buon senso, anzi le scoperte migliori sono
spesso contro intuitive.
La metafora che voglio presentarti in questo delirio è
semplice e complessa allo stesso tempo, ed è quella
"della macchina". Se mi segui sai che ho spesso fatto
questo paragone per spiegare l'ansia: "ci sono due
persone in auto, l'autista ed il passeggero. Il primo è un
tizio particolare che riesce a guidare in qualsiasi stato e
lo fa spontaneamente, lui è nato per guidare...
...purtroppo però ha accanto un co-pilota pignolo che
gli segnala continuamente come dovrebbe guidare. Se
questo prende il sopravvento scatta l'ansia, nella mia
riduttiva metafora voglio indicare quel bisogno di
controllo che a volte ci prende e che può sfociare in
malessere, perché in fin dei conti noi funzioniamo
bene quando non ci controlliamo (clicca qui per 
approfondire).
Questo controllo diventa via via più pericoloso quando
il co-pilota oltre a rompere le scatole al guidatore sul
suo stile di guida e sulle norme da rispettare inizia a fare
ipotesi ignoranti sul funzionamento dell'intera auto. "Hai
sentito quel rumore? Non starà mica esplodendo il
motore?". Ancora una volta un eccesso di controllo
può portare sofferenza...
...quante volte hai sentito un dolorino o una piccola fitta
ed hai pensato al peggio? È una cosa normale, una sorta
di sistema di difesa che cerca di fare tutte le ipotesi del
caso, e quando non ci sono molte alternative sembra
prediligere le spiegazioni catastrofiche o meglio sono
quelle che catturano con maggiore forza la nostra 
attenzione, poiché molto emotive.
Quindi abbiamo questi due elementi che in un qualche
modo co-pilotano l'auto, il primo potrebbe essere il
nostro istinto o l'inconscio superiore per Assaggioli 
o ancora l'inconscio buono di Erickson. Mentre l'auto
con i suoi rumori sarebbe il luogo dove mettiamo le
cose che apprendiamo in automatico, i famosi
automatismi.
Mi piace la metafora dell'auto non solo perché più
attuale del cocchio di Platone, ma anche perché ci
si possono fare curiosi ragionamenti: immagina di
dover prendere l'auto per andare in vacanza e di
dove macinare almeno 500 km, un viaggio medio
lungo...ad un tratto inizi a notare un piccolo
rumorino mai percepito, cosa fai?
Accosti e chiami un meccanico? Oppure prosegui
fiducioso, sperando che non sia nulla di grave? No non
sto parlando di un frastuono improvviso ma di uno di
quei rumorini che di tanto in tanto saltano fuori dalle
nostre auto. Conoscendomi proseguirei di certo ma
io non sono affidabile visto che l'anno scorso ho
bruciato un motore dimenticandomi l'olio ;)
La mia totale non curanza non va bene ma neanche
una estrema paranoia ed ansia vanno bene. Questo
è più o meno ciò che accade a molte persone, sentono
un delirio e zacchete pensano subito al peggio, quando
sarebbe bene proseguire fino a casa, se poi il "rumore
persiste" allora vale la pena andare dal meccanico.
 
Ora mi vedo già gli appassionati di Psinel che dicono:
"ecco allora io devo dare più retta ad X e meno ad Y" o
peggio..."io sono X o Y"...no tu sei tutto, i co-piloti, l'auto
ed anche il territorio in cui ti muovi. Per cui è molto
difficile dire sono x o Y. Mentre Freud sognava un
cocchiere fortissimo e cosciente (l'Io) invece ciò che
ti propongo è un equilibrio fra queste parti.
Vuoi sapere come ottenerlo? Chiedimelo fra i
commenti e ci dedicherò una ANL apposta, perché
la metafora è davvero operativa ;) ricordati di
cliccare su mi piace è il solo tributo che ti chiedo
per questi contenuti gratuiti:)
A presto
Genna


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