Perchè ci sono dei giorni in cui mi piacerebbe riuscire a ritagliarmi uno spazio come questo e lavorare da casa. Mi piacerebbe dettare io stessa i miei tempi, le mie riunioni e organizzare il tempo seguendo i miei ritmi.
Poter alzarmi e prepararmi con calma una tazza di the' come si deve, oppure apparecchiare il tavolo, sedermi e mangiare con calma, senza il chiacchiericcio di sottofondo delle altre persone che ti circondano e, soprattutto, senza dover per forza intavolare o prendere parte ad una conversazione.
Ma bisogna fare il meglio con ciò che si ha, anche se ammetto che, a volte vorrei che il mio ufficio fosse così: luminoso, minimal e personale.
Lagnanze a parte, ieri sera ho partecipato a una di quelle rimpatriate con i vecchi compagni del liceo.
Ecco. Parliamone.
Partiamo col dire che dal mio punto di vista una rimpatriata la si può definire tale solo se si invitano tutti i componenti della classe e non solo quelli di cui hai il contatto Facebook.
Ma a parte questo, mi ha fatto piacere rivedere le persone che per cinque anni hanno fatto parte quotidianamente della mia vita, chi più chi meno. Ed è stato confortante scoprire che i possibili pensieri sul mio non avviato processo di responsabilizzazione (cosa che ci si aspetta un po' raggiunta la trentina) non sono solo miei. Dieci anni dalla maturità, dieci anni di lontananza che sono volati in una sera perchè sembrava di essere di nuovo a una cena di classe. Nonostante la mia estrema reticenza iniziale ammetto che la serata si è conclusa bene.
Piccola nota negativa: il freddo. Mezz'ora fuori a parlare, a sparare cazzate e a congelarsi che poi il termometro della macchina, all'una di notte era così...
...e ora mi spiego tante cose.
Si vede che questo rincontrare persone del passato, più o meno lontano, sia scritto nell'oroscopo di oggi perchè stamattina, nel giro di venti minuti, ho salutato una mia ex-collega (fatto solo perchè avevo la luna "buona" e mi sentivo particolarmente allegra!), il Compaesano (leggasi come ragazzo che abita nella mia stessa cittadina e che lavora nel mio palazzo. Dopo mesi in cui non mi cagava oggi mi ha degnato di un saluto e della sua compagnia durante il pezzo di strada tra metro e ufficio...prima o poi parlerò anche di lui!) e la Stronza.
Ecco, la Stronza meriterebbe nemmeno un post, quanto una pagina intera di questo blog ma per farvela breve la si riassume così: grandi amiche al liceo, ci siamo poi allontanate e se per me è stata la diretta conseguenza del crescere e prendere strade diverse, per lei è stato alto tradimento e ora mi odia.
Ci siamo anche rincontrare in università, seguivamo un corso insieme e davvero, a me veniva da ridere quando passava il foglio firme e lei me lo passava senza nemmeno guardarmi in faccia. Insomma e' fatte sta cazzo de' risata!
Va be', la Stronza ogni tanto (cioè quando sono in orario) la vedevo sul treno, ovviamente non ci cagavamo a vicenda e dato che stamattina il suo treno era passato da un pezzo il "rischio"di incontrarla, sculettante per far la figa manco lo fosse davvero era stato scongiurato. Almeno lo credevo.
Perchè me la sono ritrovata quasi sotto il mio ufficio alle nove e venti. Stronza, che diavolo ci facevi lì?????Lo sai che adesso, per colpa tua, dovrò prendermela ancora con più calma al mattino e varcare la porta d'ingresso alle nove e mezza, non un minuto prima?
Sì perchè questi sono i veri problemi della vita quotidiana: ti devi impegnare per non incrociare qualcuno. Che poi tutta sta fatica non è dettata dal fatto che sono io che non la voglia incontrare, mi è indifferente e come tale non la considero nemmeno, ma è un fastidio fisico quello che ho nel percepire la sua negatività intorno a me. Non so se vi è mai capitato: c'è una persona che vi odia a tal punto che lo percepite anche solo se vi sta intorno. E questa cosa non mi piace.