Un invito a sorpresa è sempre gradito. Oddio, non so, forse non sempre, dipende (perchè faccio affermazioni assolute e poi me ne pento?)
Comunque questo è stato gradito.
Lo scorso finesettimana l’ho passato a Pesaro, Camping Marinella, all’annuale raduno di Viaggiare Liberi. Grazie ad Alessandra che ha pensato di invitarmi; dopo tanti anni che ci conosciamo finalmente ci siamo viste di persona (cose strane che possono succede solo in questo tempo).
Eppure non doveva essere male nemmeno vivere – e viaggiare – nei tempi passati. Ho ascoltato i racconti di chi è stato in India negli anni Settanta, o in Afghanistan nel 1969, di chi ha avuto la fortuna di vedere pezzi di mondo oggi invisibili. Ho saputo che negli anni 60 Istanbul “era come nel ’600″. Attorno alla Moschea Blu c’erano tante piccole case ottomane con le galline che razzolavano davanti all’uscio. E’ stato strano e tenero, come sentir parlare dell’infanzia di una persona amata.
Mi sono divertita, ho incrociato persone sconosciute e diversissime, mi sono anche un po’ riconciliata con l’idea della “comunità” dei viaggiatori (sempre che ne esista una) e con chi scrive di viaggi in rete. Non ho molto tempo di seguire come si dovrebbe siti e blog, ma certamente l’infornata continua di travel blog, tutti belli, graficamente accattivanti, perfettamente ottimizzati, piani di consigli turistici e pratici…. non mi stimola a trovare il tempo per farlo. Ho riscoperto un modo di condividere le esperienze, fatto di autenticità più che di hashtag, in armonia anche col mio modo scriteriato di intendere il blogging.
Ho fatto la prima spiaggia dell’anno – dopo tanti anni – e il primo aperitivo in spiaggia della stagione.
Penso che arriveranno altre spiagge, nei prossimi mesi. La sabbia è un elemento meraviglioso.
Con Alessandra e Marco, siamo stati a Gradara (anche se – al contrario di Venditti – Paolo e Francesca non ce li ricordiamo benissimo :-) e il giorno dopo, a Monte Fabbri, ridente borgo (tra I Più belli d’Italia).
Qui vivono 30 anime. 30 contate; ce l’ha detto un ragazzo all’entrata dell’unico bar del paese (che forse non si può definire paese?).
Davanti alla visione paradisiaca delle colline, l’immagine da sogno che tanti nel mondo hanno dell’Italia, mi sono chiesta quale è la vera ragione per cui viaggiamo. Forse toccare con mano l’immaginario che abita i nostri pensieri? Dimostrare a noi stessi che c’è corrispondenza tra le nostre fantasie e la realtà? Sono ipotesi….