INCONTRI GAY: evoluzione o devoluzione tecnologica?

Da Pianetagay @pianetagay
Non c’è bisogno di ricordare la Guerra di Crimea per capire quanto il panorama degli incontri gay sia cambiato radicalmente nel corso degli ultimi anni. Agli archetipi del gay velato - che faceva affidamento sulla sua buona stella per incontrare qualcuno - o del festaiolo sempre in pista - che trovava “pane per i propri denti” nei locali a clientela LGBT - si è aggiunto poco a poco un nuovo tipo di omosessuale: l’utente iper-connesso esperto delle nuove tecnologie, in grado di sfruttare la selvaggia rete di Internet per trovare rapidamente quei tipi di incontri gay che più gli si confanno.
In principio erano le chat senza registrazione, anche per l’omosessuale più insicuro di sé una perfetta occasione di provare a tastare il terreno, senza tuttavia esporsi. Come tutti noi sappiamo – o abbiamo imparato sulla nostra pelle –l’inconsistenza di un nickname usa e getta può rappresentare un’arma a doppio taglio. Chi può assicurarci che la persona con cui stiamo chattando non ci stia prendendo in giro o, peggio, non abbia cattive intenzioni?!
La domanda è sempre la stessa - e si ri-propone più o meno con le medesime modalità anche nel caso di un incontro senza l’utilizzo di computer e smartphones - tuttavia proprio il particolare medium utilizzato, soprattutto a causa della mancanza di un riscontro facciale diverso da webcam e foto, ci pone sull’attenti, facendoci odorare il peggio e vedere spesso il bicchiere mezzo vuoto. Col fine di rendere più controllati e sicuri gli incontri gay sono nate quelle comunità on-line che tanto amiamo e che ci hanno accompagnato ed accompagnano in giro per il mondo. Inutile fare i pudichi o i puritani, perché ognuno di noi ha avuto un “account di prova” in un sito di incontri in cui i giovani ed avvenenti modelli dalla homepage vi invitavano ad iscrivervi. Con il tempo queste community sono diventate dei veri e propri punti di riferimento, precorritrici di social network più famosi come Facebook o Linkedin.
Se doveste sostenere un colloquio di lavoro in un negozio a clientela LGBT tedesco, ad esempio, non sarebbe affatto strano se il ragazzo delle risorse umane vi chiedesse il profilo di ròmeo (come pronunciano il nome di gayromeo, che è proprio nato a Berlino!)… questa è una prassi non obbligatoria, ma abbastanza diffusa al pari di offrirvi il caffè appena arrivati. Purtroppo per voi, insomma, il biondino sorridente non ci sta provando con voi, ancora! Figli neonati ma già maturi di queste community sono i vari gayradar apparsi sugli smart-hones. Al costo di pochi euro di download la promessa che questi diabolici e assolutamente indispensabili demonietti digitali vi fanno è assolutamente allettante: scoprire chiunque attorno a voi sia omosex – o comunque facente parte dell’amatissima categoria degli etero curiosi – e stia cercando qualcuno da conoscere. Incredibile!
Sembrerebbe veramente che la tecnologia al servizio degli incontri gay non abbia fatto altro che aiutare la comunità LGBT ad essere più unita, nonché i singoli individui a sentirsi meno “unici” e soli. Come però ormai ben sappiamo non c’è rosa senza spine e, malgrado i benefici di enorme e non trascurabile portata, i lati negativi non sono da trascurare. Il sesso omosessuale viene bollato come sporco e animalesco – quasi non fosse altro che l’acme di un basso istinto – dalla comunità eterosessuale e lo sfruttamento di community e siti di incontri gay al prevalente scopo di “adescare” nuovi partner sessuali non ha fatto altro che orientare l’opinione pubblica, già ampiamente viziata, verso una visione ancora più sporca di questo. In realtà, seppur sia inutile negare che spesso e volentieri le pagine di incontri gay siano utilizzate per cercare del sesso – cosa che tra l’altro avviene nelle controparti per etero - in maniera silenziosa ma sempre più dilagante, i siti di incontri per eterosessuali che cercano relazioni stabili hanno ammorbidito la propria politica sulla ricerca di partner del medesimo sesso. Soprattutto in paesi dove le coppie omosessuali hanno un qualche tipo di riconoscimento giuridico, difatti, le pagine di online dating hanno aperto porte tutt’altro che di servizio alla clientela gay, promettendo loro quel futuro di coppia e quella stabilità che non tutta la società sembra riuscire idealmente ad associare ai partner dello stesso sesso. L’uso di siti come eDarling e le loro storie di successo – assolutamente normali in luoghi dove sindaci di grandi città e capitali sono dichiaratamente omosessuali e convivono con i loro partner – aiuta a vedere sotto una nuova luce e prospettiva i benefici della rete.

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