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[Incontro con l'autore] Condominio Marrakesh di Alberto Bertozzi

Creato il 10 maggio 2014 da Queenseptienna @queenseptienna

condominio marrakeshTitolo: Condominio Marrakesh
Autore: Andrea Bertozzi
Editore: I Sognatori
Anno: 2014
ISBN:
9788895068312
Numero di pagine:
154
Prezzo:
€ 13,90 

Per ordinarlo: vedi “qui

ContenutoRomanzo mainstream dalle atmosfere misteriose e surreali, forte di una trama che cattura fin da subito: nell’appartamento al terzo piano di un condominio (ribattezzato “Marrakesh” per motivi che verranno spiegati nel corso della storia) è appena giunto un nuovo inquilino. Eppure, i grotteschi condomini che lo accolgono sembrano conoscerlo più di quanto lui vorrebbe. Dall’abitazione sottostante arrivano le note di un pianoforte, eppure nessuno sembra mai entrare o uscire da quella casa. Tutti sembrano conoscere la misteriosa persona che la occupa, eppure l’argomento viene puntualmente evitato. I condomini consigliano al nuovo inquilino di restare al suo posto, eppure lui avverte l’irrefrenabile desiderio di scoprire chi accarezza i tasti di quel pianoforte…

Consigliato a chi ama i romanzi di Dostoevskij e Kafka, innanzitutto, quindi il mainstream che non rinuncia a creare atmosfere cariche di mistero. Poi i film di Polanski, e tutti quei romanzi/film ambientati nel chiuso di una palazzina abitata da personaggi stravaganti e grotteschi, tipo “La comunidad” e “Delicatessen”. Infine, a chi ritiene che senza un po’ di sana utopia l’esistenza umana perda gran parte del suo significato.

*

Sabato 22 marzo alle ore 18:30 presso la Biblioteca Atena di Viareggio, è stato presentato il romanzo Condominio Marrakesh, con Luciana Madrigali in veste in relatrice.

[Incontro con l'autore] Condominio Marrakesh di Alberto BertozziLa Biblioteca Atena è una delle tante e notevoli attività portate avanti dall’Associazione Uovo di Colombo che,  in convenzione con la ASL, studia e pianifica interventi mirati a favore delle persone in condizioni di svantaggio (per problemi di salute mentale, disabilità o dipendenze) tra i quali:

immagine:  Benvenuti nel sito dell'Associazione L'Uovo di Colombo

- progetti di inserimento socio-terapeutico e lavorativo;
- occasioni di socializzazione  e di espressione culturale;
- opportunità di volontariato attivo.

Chi volesse saperne di più, il sito dell’associazione è: http://www.uovodicolombo.net/index.asp

Condominio Marrakesh fa pensare a molte cose. Per certi versi rimanda a Kafka, per altri alle angosce di Dostoevskj. Scritto in prima persona, non possiamo fare a meno di domandarci quanto l’autore ci abbia messo del proprio vissuto.  È, questo, uno dei primi aspetti che Andrea Bertozzi ha chiarito durante la presentazione: i personaggi sono tracciati un po’ in presa diretta, un po’ rievocando impressioni, esperienze, ricordi personali, fino a muoversi verso direzioni e sviluppi inattesi.

Il protagonista del romanzo è un nuovo inquilino che potrebbe essere chiunque di noi.

Soffre di attacchi di panico notturni, ha un conflitto irrisolto con il proprio passato, ma neppure il presente sembra uno dei migliori possibili. Sappiamo poco di lui: non ha mai preso la patente, è un fantasma per la sua capacità di comparire all’improvviso sbucando dal niente. Non per l’eleganza o la grazia di un gatto, ma per la sua presenza inconsistente, invisibile. Tanto che è superfluo conoscerne il nome, nessuno sembra avere la necessità di chiamarlo. Nemmeno il lettore. È un testimone che vuole restare appartato. Prova sofferenza nell’entrare in una storia che vorrebbe non lo riguardasse. Anzi, mette piede nel condominio Marrakesh affinché ci si dimentichi di lui, lo si lasci perdere, non lo si infastidisca più di tanto.

È lui a rappresentare il vero enigma, quasi non ce ne accorgiamo perché devia con abilità la nostra attenzione verso gli altri personaggi, che appaiono in sequenze veloci, con le sfumature del giallo.  È lui a raccontare tutto, attento al dettaglio, agli altrui destini, ad assorbire e registrare nella pagina ciò che gli sta attorno, intento a costruire il romanzo che stiamo leggendo. È lui a incamminarsi sugli ottanta scalini senza ascensore, dentro una barricata-fortificazione nella quale nascondersi.[Incontro con l'autore] Condominio Marrakesh di Alberto Bertozzi

Il lettore segue la sua scia di pensieri e, se si pone domande, riguardano il misterioso condomino pianista del secondo piano, o la portinaia Giovanna (Signora Giove), le sue uscite alla chetichella, i dimoranti dello stabile. Di lui, appunto, non domandiamo niente, forse per una misteriosa sintonia, un’empatia di fondo che man mano si fa sospetta.

Che nasconde questo meschino personaggio senza nome,  inquilino di un palazzo che non ne è privo?

Un nome, qualsiasi nome, non è un marchio o un distintivo di contorno. È un segno di appartenenza alla realtà, a una dimensione con la quale rapportarsi.

Il sottile paradosso che ne consegue è presto detto: il protagonista è assente a se stesso ma oggetto dell’altrui curiosità, la stessa che prova verso il condomino del secondo piano, anch’egli, guarda caso, senza nome.

Il tema portante del romanzo è il bivio. Bivio che riassume l’esistenza di ciascuno, un groviglio inestricabile privo di facili soluzioni. Da qui il dubbio amletico, la ritrosia, la sfiducia verso qualsiasi scelta, da qui un’esistenza contorta trascorsa tra la paura di scegliere e la responsabilità che deriva.

Su tale bivio poggiano le fondamenta del condominio Marrakesh, stazione di un ignavo che si nasconde sottocoperta, studia coloro che incrocia lungo la strada che non percorrerà mai.

Il racconto si apre ad atmosfere surreali, di sogno che diviene incubo. Come il complotto sotterraneo di chi tenta di farlo uscire allo scoperto, attribuirgli un ruolo, un nome, affinché possa rendere conto a qualcuno della sua presenza-assenza:

Ho trascorso un tempo indefinito rinchiuso in un non-luogo che si faceva immagine e somiglianza del mio non-essere.

Pretende poco da se stesso e quel poco è già troppo. Vano è lo sguardo rivolto al se stesso di un tempo.

La seconda parte del romanzo scandaglia il suo passato per trovarvi un senso o un segno, e distenderlo in una dimensione più intima che valga, se non a scusarlo, a giustificarlo. Ma nemmeno la storia che costruisce su di sé gli attribuisce un volto, o un nome che gli somigli. È senza ritratto, non se ne è dato uno. Potrebbe essere chiunque [di noi], basta prendere a prestito uno dei tratti insignificanti che non hanno fatto presa.

Si sente perso, fuori posto, prigioniero di una stazione da cui non è mai partito; di un altrove che è la famiglia, la casa, il mondo, il condominio Marrakesh. Di un altrove che assume la consistenza di un ovunque.

[Incontro con l'autore] Condominio Marrakesh di Alberto Bertozzi

L’autore Andrea Bertozzi


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