Sentire un regista parlare con così tanta passione del lavoro che lo sta impegnando mi ha entusiasmato non poco. A questo si aggiunga la soddisfazione di percepire il coro di affiatamento dell’intero cast (Alessandro Gassmann, Barbora Bobulova, Luigi Lo Cascio, Giovanna Mezzogiorno, Rosabell Laurenti Sellers, Jacopo Olmo Antinori) unito alla partecipazione attiva dello sceneggiatore, in questo caso della sceneggiatrice, Valentina Ferlan: il piacere si è triplicato. E’ quanto è successo all’incontro stampa sul set del nuovo film di Ivano de Matteo, “I nostri ragazzi”, alla sua ultima settimana di riprese presso il ristorante romano “Il Passetto”.
Non potendo parlare di un prodotto finito, proprio perché il film è ancora in fase di lavorazione, l’attenzione è tutta concentrata sulle intenzioni della sceneggiatura e della regia.
La storia, liberamente ispirata al romanzo “La Cena” dello scrittore olandese Herman Koch, racconta il dramma di un nucleo familiare: due fratelli con un rapporto conflittuale, un avvocato affermato e un pediatra devoto alla sua professione, e le loro rispettive mogli, si incontrano ogni mese nello stesso ristorante. Un appuntamento fisso nato probabilmente per negare la realtà di una distanza affettiva che sarebbe più complesso affrontare altrimenti.
Ma il teatrino di sorrisi di circostanza e di chiacchiere futili sul menù della serata viene letteralmente spazzato via da un accadimento gravissimo: le videocamere di sicurezza di una banca registrano le immagini di due adolescenti che picchiano un barbone fino ad ucciderlo. E quei due ragazzi sono i loro figli.
Scaraventati in un inferno che sembrava impossibile soltanto immaginare, i genitori sono obbligati a interrogare, per primi, loro stessi, ciò che sono stati in grado, o meno, di trasmettere alle persone a loro più vicine.
De Matteo pone a se stesso e al pubblico una domanda: “Come ci comporteremmo se capitasse a noi una cosa del genere?” e, secondo le sue parole, il film più che giudicare, si propone di indagare la psicologia e il mondo emotivo dei personaggi chiamati in causa.
Se così sarà, “I nostri ragazzi” certamente andrà ad arricchire, da questo punto di vista, i contenuti dell’opera letteraria a cui fa riferimento: se c’è un limite nel romanzo di Koch, infatti, è proprio quello di aver voluto semplificare la violenza in una patologia e di non aver lasciato troppo spazio al dubbio, anche se in una direzione opposta alla morale comune. Ne “La Cena” i colpevoli non vengono puniti, ma non c’è comunque salvezza per loro.
Aspettiamo di vedere il risultato di questo compatto gruppo di lavoro i cui presupposti sembrano annunciare la nascita di un lungometraggio intenso e significativo.
Prodotto da Rodeo Drive e Rai Cinema con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, “I nostri ragazzi” uscirà nelle sale a febbraio 2014.
Ginevra Natale